La Repubblica 22.1.04
L'ANNIVERSARIO
Ottanta anni fa moriva uno dei padri dell´Urss: ieri il Mausoleo era semideserto
Pensionati e pochi nostalgici la Russia ha dimenticato Lenin
di gp.v.<
MOSCA - Da milioni di persone che sfilarono per settimane davanti al padre della rivoluzione d´ottobre, a trecento anziani che in venti minuti hanno deposto garofani rossi attorno alla mummia di colui che una corona di fiori ha definito «rivoluzionario ingiustamente dimenticato». A ottant´anni dalla morte, la Russia ieri ha ignorato Lenin. Dalla piazza Rossa, sotto una fitta nevicata, fino a mezzogiorno sono transitati radi gruppetti di turisti diretti a San Basilio. Il mausoleo sotto il Cremlino è rimasto deserto. Poi, all´improvviso, sono emersi i nostalgici del grande bolscevico. Vecchie e vecchi sconfitti dal crollo del regime, pensionati: 25 euro al mese. Quasi tutti reggevano bandiere rosse del nuovo partito comunista, nelle mani vecchie copie della Pravda. Tra i manifestanti, più che di Lenin, si parlava della «portaerei che Putin ha svenduto all´India: nemmeno il costo dell´acciaio».
In un mare di rassegnazione, solo il leader comunista Ziuganov ha parlato per un minuto su richiesta di una tivù cinese. «La causa di Lenin - ha detto - vive e fiorisce. Tanto più oggi, mentre la pianta della globalizzazione americana si sparge come scabbia per il mondo». L´indifferenza ha sepolto anche la voce dell´intenzione di mettere Lenin una volta per tutte sotto terra: tutto rinviato a dopo le presidenziali. Tre le notizie diffuse da televisioni e agenzie: che Lenin era in realtà figlio illegittimo, nato da un medico di famiglia; che un gruppo svizzero ha comprato e depositato il marchio "Lenin" in 23 paesi e produrrà dal cacao all´acqua di colonia; che per il 74% degli scolari russi Lenin fu un generale, o un presidente dell´Urss, mentre il 65% dei loro genitori lo ricorda senza odio. Delle celebrazioni non si è accorto quasi nessuno: la Russia, Lenin, l´ha già sepolto.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
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