mercoledì 20 ottobre 2004

ancora sui linguaggio delle donne in Cina

Ilsecoloxix.it
20 ottobre 2004
Il linguaggio delle donne

«La grande domanda alla quale non sono riuscito a rispondere, nonostante trent'anni di ricerche sull'anima femminile, è: "Che cosa vuole una donna?"». Forse Sigmund Freud non sapeva che le donne comunicano con un altro linguaggio, un linguaggio segreto da cui i maschi sono irrimediabilmente esclusi. Perlomeno in Cina, dove per secoli si è parlato il nushu, una vera lingua con cui si scrivevano poesie, romanzi, canzoni i cui manoscritti venivano poi distrutti per mantenere il segreto. Oggi però questo codice, tramandato di madre in figlia da 2.500 anni, rischia di scomparire per sempre con la morte di Yang Huanyi, 98 anni, analfabeta in cinese e ultima donna che sapeva leggere e scrivere in nushu. La lingua delle donne, proibita dal partito comunista cinese fino al 1982, veniva utilizzata per raccontare sogni, speranze, dolori. Ogni ragazza, il terzo giorno dopo il matrimonio, riceveva un "Libro del terzo giorno", in cui le "sorelle" avevano trascritto il loro dispiacere per la "perdita" dell'amica. Metà del libro era lasciato in bianco, a disposizione dei pensieri più intimi della sposa, che il marito non avrebbe mai potuto leggere

Tg2.rai.it 20 ottobre 2004

La scomparsa del Nushu. Si chiamava Yang Huanyi, ed aveva 98 anni. La sua morte, avvenuta nei giorni scorsi nella provincia cinese di Hunan, segna la scomparsa dell'ultima persona ancora in grado di parlare la lingua "nushu", utilizzata per secoli in Cina esclusivamente dalle donne. Il 'nushu', scoperto nel 1982 da una linguista cinese, era l'unica lingua esclusivamente femminile del mondo, i cui manoscritti sono estremamenmte rari, visto che tradizionalmente venivano bruciati o sepolti insieme alle defunte. Vistesi private per secoli di un'educazione formale, le donne della provincia di Hunan svilupparono una forma di scrittura particolare per poter comunicare fra di loro. I messaggi venivano trasmessi spesso ricamando i caratteri su dei pezzi di stoffa, data la mancanza di carta, e sfruttando la decorazione dei bordi: per questo si scrive in colonne verticali ed i caratteri, ispirati agli ideogrammi cinesi, sono più stilizzati per permetterne il ricamo. Il vocabolario del 'nushu' era formato da circa 1.500 parole: con la morte di Yang, unici testimoni della lingua scomparsa rimangono una serie di diari manoscritti