martedì 23 novembre 2004

i reparti di psichiatria di Firenze

Repubblica, edizione di Firenze 22.11.04
A Firenze non c'è una struttura per loro, l'alternativa è il trasferimento a Pisa
Minorenni con crisi psichiatriche ricoverati insieme agli adulti
di MICHELE BOCCI

A Firenze i ragazzini tra i 15 e i 18 anni con crisi psichiatriche gravi vengono ricoverati insieme agli adulti, nei reparti di Ponte Nuovo o Ponte a Niccheri. Minorenni quasi sempre al primo ingresso in ospedale che finiscono in ambienti non adatti a loro, in mezzo a malati psichiatrici che spesso hanno bisogno di cure completamente diverse. Un´altra possibilità per i circa 20 adolescenti che vivono in provincia e una volta all´anno accusano una crisi è il trasferimento all´istituto Stella Maris di Pisa. Eppure a Firenze una neuropsichiatria infantile c´è. Si trova a Careggi ed è diretta dal professor Massimo Papini. «Da anni abbiamo chiesto i mezzi per far fronte anche alle emergenze - dice il primario universitario - Per le risorse che abbiamo possiamo occuparci solo delle urgenze». In effetti sono proprio anni che si va avanti così. La posizione di Papini è ben nota ai vertici di Careggi, ma anche di Asl, che segue i problemi psichiatrici dei minori con i servizi territoriali, e Meyer, che non ha letti propri a disposizione per questi malati. Anche la Regione è a conoscenza della situazione e proprio in questo periodo sono in piedi almeno un paio di commissioni, una delle aziende e una del dipartimento sanità, che mirano a risolvere il problema fiorentino. Quello di una zona abitata da quasi un milione di persone che non riesce a mettere a disposizione dei minorenni che soffrono di disagi acuti una struttura di ricovero adeguata. «Da cinque anni a questa parte i pazienti gravi stanno aumentando in modo preoccupante - dicono dalla psichiatria della Asl - Perché cresce il disagio giovanile, soprattutto per il gran numero di immigrati, ma non solo». La cronaca di queste settimane racconta di queste difficoltà - dai suicidi alle baby-gang fino al fratello che ha minacciato la sorellina con il coltello - che fortunatamente solo in una piccolissima parte dei casi sfociano in un ricovero ospedaliero.
Mentre Asl e Meyer si organizzano per avere una consulenza neuropsichiatrica infantile nei loro pronto soccorso e riorganizzano l´assistenza territoriale, le aziende si scrivono lettere. Dal Meyer si avverte Careggi che quando, tra circa un anno, ci sarà il nuovo ospedale nella ex Villa Ognissanti le cose dovranno cambiare. «In quella struttura ricovereremo le emergenze psichiatriche - dice il direttore del pediatrico Paolo Morello - Ho già avvertito gli interessati: se il personale della neuropsichiatria infantile di Careggi vorrà lavorare con noi dovrà adattarsi alla novità. Altrimenti prenderemo altri medici». Ma anche Careggi sembra intenzionata ad imporre comunque ai suoi di fare le emergenze. Intanto Papini espone le sue ragioni: «La nostra struttura non è sicura per affrontare quel tipo di problemi. Non è soltanto di mancanza di spazio, ma di un progetto che organizzi la risposta. E poi se un ragazzino con una crisi psichiatrica grave viene messo in una stanzina il suo problema diventa più esplosivo che se fosse ricoverato, faccio per intendersi, in una palestra. E´ un po´ la differenza che c´è tra mettere una bomba in lavatrice o in uno spazio più grande. I danni dell´esplosione nel secondo caso sono minori». Il problema è che ad oggi le «bombe» sono ricoverate comunque in stanzette, per di più insieme agli adulti.