martedì 23 novembre 2004

Marco Bellocchio

Corriere della Sera 23.11.04
Cinema e società

"Cinema e società: ieri e oggi", incontro in ricordo di Lino Miccichè. Intervengono, tra gli altri, Giancarlo Bosetti, Gianni Amelio, Marco Bellocchio, Italo Moscati e Walter Veltroni.
Università Roma Tre Facoltà di Lettere, via Ostiense 234, alle 11. Infoline: 06.68407011.

Il Messaggero 22.11.03
Il grande schermo all’Università nel solco di Lino Miccichè
di FABIO FERZETTI

Gianni Amelio, Marco Bellocchio, Eugenio Cappuccio, Italo Moscati, Walter Veltroni. Tre registi, un critico e il sindaco di Roma, più altri registi, sceneggiatori, produttori, dirigenti tv. Tutti insieme per Lino Miccichè, il grande critico scomparso il 30 giugno, uno dei più influenti del dopo-boom, che verrà ricordato domattina alle 11 nell’Aula magna della Facoltà di Lettere di Roma Tre (via Ostiense 234) in un dibattito organizzato dal Sindacato Critici Cinematografici con l’Università e la rivista Reset , “Cinema e società, ieri e oggi”.
Amelio in realtà non sa ancora se potrà esserci. Tornato dalla Cina, dove prepara il film tratto dalla Dismissione di Ermanno Rea, deve raggiungere Los Angeles per l’uscita delle Chiavi di casa , ma vuole ricordare uno dei volti forse meno noti fra i tanti del grande studioso che oltre a scrivere decine di volumi e fondare la Mostra del Cinema di Pesaro traghettò la Biennale di Venezia verso la riforma. «Con tutte le vite che ha avuto, da studioso e da cineasta, Miccichè ha lasciato impronte profonde», dice Amelio. Ne so qualcosa perché fu lui a volermi come docente al Centro Sperimentale di Cinematografia da consigliere d’amministrazione, e poi a chiamarmi nel comitato scientifico quando diventò presidente La prima cosa che fece fu rendere annuale l’esame d’ammissione, prima triennale, triplicando di colpo gli allievi. Una scommessa non da poco. La seconda - prosegue Amelio - fu imporre lo studio dei testi scritti e filmati. Appena arrivati al Centro, ogni mattina, gli allievi dovevano vedere un film, religiosamente, e discuterne. Può sembrare ovvio, ma nella patria del talentaccio e dell’improvvisazione non lo è. Anzi, fu una rivoluzione. Purtroppo Miccichè non ha avuto il tempo di valutarne gli effetti».
Mai una discussione, un contrasto? «Altro che. Col suo carattere era il minimo. Grazie al cielo, aggiungo, perché Lino non era certo uomo da occupare poltrone, come si dice. Se aveva un “difetto” era la veemenza con cui difendeva le sue idee. Mai visto qualcuno più curioso e innamorato della sua materia». Con la sua morte si è anche chiusa una pagina fondamentale del cinema inteso come cultura. «Vero. Ma è un problema globale della nostra industria che trasformandosi ha perso i “padri”», conclude Amelio. Penso anche a produttori cone Cristaldi o De Laurentiis, che hanno iniziato a mancarci crudelmente negli anni 80. E’ tutto il cinema, diventato televisivo, a non essere più lo stesso».