I have a dream: non violence
di Carlo Patrignani
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ROMA (6 dic. 2004) - 'I have a dream: non violence'. E' questo della 'non violenza' il sogno che Fausto Bertinotti e Pietro Ingrao vogliono costruire come risposta alla violenza, alla guerra, ad ogni tipo di guerra. "Mai piu' guerre, ma pacifismo assoluto", dice Ingrao. Un sogno 'la non violenza' che ha il pieno consenso entusiasta di Emanuele Macaluso, di Gino Strada, di Nicola Tranfaglia, di Valerio Caprara e di migliaia e migliaia di persone, soprattutto giovani, accorsi agli incontri pubblici presenti i due ideatori del 'sogno'. A Roma, il 5 novembre, a Villa Piccolomini duemila persone hanno discusso con Bertinotti ed Ingrao, altrettante, il 27 novembre, a Reggio Emilia con Ingrao e Strada.
E' stato un Evento Culturale di alto spessore (ha riconosciuto Giuliano Zincone in un fondo di prima pagina sul 'Corriere della Sera') l'incontro-confronto tra Bertinotti ed Ingrao da una parte e l'Analisi Collettiva dello psichiatra Massimo Fagioli dall'altra. "Riflettere sulla non violenza, come fanno Bertinotti ed Ingrao, e' importante: non ci sono tabu' in tal senso per cui ci si puo' confrontare anche con Massimo Fagioli e con una realta' culturale diversa dalla politica su questa affascinante ricerca della non-violenza, su come renderla prassi quotidiana", afferma Macaluso, uno dei leader storici dell'ex-Pci. "Lo psichiatra, lo studioso della menta umana, ci sta bene in questa ricerca sulla non-violenza che si prefigge il nobile obiettivo del cambiamento culturale degli uomini: mettere in primo piano il rifiuto della violenza e della guerra".
"È tra l'altro perfettamente coerente con la stessa Carta Costituzionale", aggiunge lo storico Tranfaglia. "Mi ha fatto piacere la notizia dell'incontro tra lo psichiatra capace ancora di mobilitare tante persone e molti giovani e due politici del calibro di Ingrao e Bertinotti", sottolinea Caprara, docente di Storia e Critica del Cinema all'Universita' degli Studi Orientali di Napoli.
"Non violenza' non e' rinuncia - evidenziano Bertinotti ed Ingrao - alla critica, al conflitto, alla dialettica, anzi e' il corollario, il supporto giusto per far valere la critica. "Chi non vuole restar fermo ad idolatrare il passato ed i suoi idoli deve aprirsi al confronto con gli altri - osserva Macaluso - per cui va bene la sollecitazione ad una ricerca che e' figlia dell'epoca in cui viviamo fatta di grandi cambiamenti: dalle relazioni tra gli uomini alle condizioni sociali, dall'emergere di nuove esigenze alle risposte da dare alle aspettative dei giovani. Ecco perche' non si puo' star immobili". A Villa Piccolomini e' saltato il tabu' del confronto tra la Sinistra e una realta' che ha piu' di trent'anni - l'Analisi Collettiva - e' temuta ma al tempo stesso guardata a vista. Occorre trovare idee e forme nuove di ribellione che non finiscano nel fallimento (il '68 ma piu' ancora il '77-'78, le Br e il terrorismo) ma in un cambiamento possibile che non deve tanto riguardare il mondo quanto la trasformazione degli esseri umani: the idea is to change the world by changing the human being.
"Siamo davanti ad un cambiamento profondo del concetto di guerra: un tempo chi la faceva - i dittatori - la giustificava con ragioni di difesa o perche' si riteneva offeso, oggi - osserva Ingrao il 90enne 'compagno disarmato' - si fa la guerra preventiva e domani si fara' la guerra per salvare il mondo, per un Ordine da conferire al mondo". Ma non ci sono "ragioni plausibili a sostegnio della guerra: come dimostrano le guerre moderne - avverte Strada - che non risolvono alcun problema, anzi procurano solo morte e distruzione". Quindi vanno bene tutte le iniziative - secondo il fondatore di Emergency - ed i confronti sulla non violenza per costruire il sogno. "E' certamente un fatto positivo questa riflessione sulla non violenza ed ancor di piu' - precisa Tranfaglia - che a fare questa ricerca siano i giovani, le nuove generazioni che sono la speranza, come ha detto Ingrao, del cambiamento". La ribellione che non fa vittime ma porta al cambiamento reale: questo l'obiettivo del 'sogno' che comporta pero' una grande opera di revisione ideologica della sinistra. Ma intanto si e' aperta una strada, gettata una premessa importante. "E' sempre piu' che legittimo il revisonismo idelogico come quello politico-culturale a patto che - conclude Macaluso - sia indirizzato e finalizzato al cambiamento".