Repubblica 13.12.04
In esposizione a Roma
I Capolavori di Picasso dei collezionisti americani
di Paolo Vagheggi
ROMA. Una storia fuori dall'ordinario per un capolavoro assoluto di Picasso: Ferdinand Howald e Uomo seduto con pipa. Nel nostro paese nessuno conosce Ferdinand Howald anche se l'Ohio, lo stato che lo vide crescere, è stato a lungo sulle prime pagine dei quotidiani per i risultati elettorali americani. Howald era figlio di un fabbro svizzero. Arrivò negli Stati Uniti da povero emigrante nella seconda metà dell'Ottocento. Lavorava e studiava. Si diplomò all'università dell'Ohio, si occupò dell'estrazione del carbone e negli ultimi dieci anni di vita, dal 1923 al 1934, di arte. In poco tempo acquistò alcuni tra i maggiori capolavori del cubismo tra cui Uomo seduto con pipa che alla sua morte fu donato al museo di Columbus.
Oggi il capolavoro è esposto a Roma, alla Fondazione Memmo-Palazzo Ruspoli nella mostra Picasso e la sua epoca. Donazioni ai musei americani (fino all'8 gennaio 2005, a cura di Pepe Karmel, catalogo Skira). È un piccola ma raffinata esposizione che narra in modo sublime l'amore per l'arte e per Picasso dei collezionisti americani, come Howald, e il loro mecenatismo, ancor oggi insuperato per numero e qualità delle opere donate. Senza pregiudizi politici.
Picasso il comunista non spaventava i coniugi Walter e Louise Arensberg, lui poeta, lei pianista e cantante, o Albert Eugene Galletin, le cui donazioni hanno dato vita e vigore al Philadelphia museum of Art, o Joseph H. Hirshhorn, che a 14 anni cominciò a lavorare come fattorino a Wall Street e a 18 era già ricco. Ora c´è un museo a Washington che porta il suo nome e ospita la sua raccolta: 4.000 quadri e 1.600 sculture.
Grandi mecenati dunque. E amarono un Picasso che una volta trasferito negli Stati Uniti suggestionò profondamente l'avanguardia americana: ispirò Arshile Gorky, De Kooning o i gesti circolari dell'action painting di Jackson Pollock, influenzò le ricerche espressive di Stuart Davis, Morgan Russell e Charles Demuth. Questo è quello che raccontano le quaranta opere - otto del maestro spagnolo e trentadue di artisti americani ed europei - che vengono esposte per la prima volta nel nostro paese.
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