giovedì 20 gennaio 2005

Il Messaggero 20.1.05
Scoperte in Etiopia le ossa di una specie che risale a più di 4 milioni di anni fa
Nove "individui" trovati insieme: il più antico gruppo parentale
OMINIDI IN FAMIGLIA
di ROMEO BASSOLI


Pezzi di mani, di dita di mandibole. Denti. È ciò che resta di un antico gruppo di ominidi nella depressione assolata di Mar, in Etiopia, in una località che la gente del posto chiama As Duina.
Erano sparsi su un terreno di origine vulcanica i resti di quella che probabilmente era una famiglia, la più antica famiglia mai ritrovata, forse una tribù composta da poche persone. Nove piccoli ominidi alti un metro e trenta (ma chissà, è una stima fatta senza avere un preziosissimo fossile di femore, la pietra di paragone per misurare qualsiasi essere vivente antico) appartenenti alla specie Ardipithecus ramidus che sono vissuti qui tra i 4 milioni e 300.000 e i 4 milioni e mezzo di anni fa. Non ancora uomini, ma quasi certamente esseri che avevano già superato la biforcazione evolutiva che ha separato la famiglia dell'umanità da quella delle scimmie antropomorfe. Insomma, una famiglia di ominidi, antenati molto alla lontana. Ma antenati.
A trovarli è stato un gruppo di paleontologi dell'università dell'Indiana (StatiUniti) guidati da Sileshi Semaw, del dipartimento di antropologia, che hanno scritto sulla rivista scientifica britannica Nature di oggi l'articolo scientifico che racconta la scoperta.
Le ossa dei nove ominidi erano mischiate a resti fossili di animali che vivevano nello stesso tempo, il Pleistocene, scimmie, talpe e erbivori simili alle mucche. «Sì, questo gruppo di ominidi, famiglia o tribù che fosse, viveva in un ambiente ricco e complicato, un vero mosaico ecologico — dice Sileshi Semaw, una foresta molto aperta o una savana che confinava con una zona più ricca di alberi».
Quello che sembra certo è che la famigliola di Ardipithecus ramidus se ne andava in giro in posizione eretta, sulle due ganibe (zampe?) posteriori. Ma non per questo viveva nella savana aperta, in grotte o in ripari temporanei.
«È probabile che questo gruppo di omninidì vivesse soprattutto sugli alberi spiega la professoressa Olga Rickard, paleontologa e doncete di antropologia molecolare all'Università Tor Vergata di Roma. Fino a poco tempo fà si pensava che la posizione eretta, il muoversi da bipede, coincidesse con la discesa degli ominidi dagli alberi. Oggi sappiamo che non è così. E dalla famiglia degli Ardipithecus ramidus ci verrà probabilmente una conferma.
La posizione eretta non è stata una conquista da poco: ha permesso tra l'altro il rapporto sessuale "faccia a faccia". Secondo alcuni ricercatori questo ha reso possibile riconoscere il partner sessuale e avrebbe spinto verso la formazione di famiglie più stabili: i maschi che riconoscevano la femmina le procuravano anche il cibo consentendo una cura più prolungata nel tempo dei bambini (dei cuccioli?). Insomma, se quei nove ominidi di As Duma erano una famiglia, lo debbono anche alla posizione.
Tre anni fa, sempre in Etiopia, erano stati trovati i primi, pochi resti di questa specie. Un pezzo di mandibola e un dito. Si pensava, per la verità, che fosse molto più antica: quasi sei milioni di anni. Può darsi che questa specie sia leggermente diversa.
Il bello, ora, è ricostruire il mondo di questi esseri viventi. Tanto per cominciare: che cosa mangiavano? «Probabilmente erano frugivori - spiega Olga Rickards - si nutrivano in prevalenza di vegetali, bacche. Ma non disdegnavano la carne». Una delle idee che i paleoantropologi si sono fatti di questa specie è che gli individui andavano in giro in gruppi, seguendo la fioritura delle piante, ma anche cacciando piccoli animali, se capitava.
Erano soli al mondo? Per Sileshi Semaw sì. "C'era una sola specie di ominidi in tutto il mondo in quel periodo, ed erano gli Ardipithecus ramidus", spiega.
Attorno a loro vivevano però molte specie animali diverse perché, come spiegano i ricercatori dell'Indiana, la famiglia viveva «in un ambiente ricco di acqua: c'erano probabilmente paludi, sorgenti e ruscelli. Non mancavano però, probabilmente, periodi di siccità e di secchezza». La più antica famiglia mai trovata ha lasciato poche ossa dietro di sé. Ma ha continuato a scrivere una storia che, qualche centinaia di migliaia di anni dopo, avrebbe generato Lucy, il famosissimo scheletro di ominide, uno dei più completi mai trovato. Lucy era un Australopiteco vissuto 3,7 milioni di anni fa. Quando la famiglia di As Duma era già un mucchietto di fossili destinati a un grande futuro.