giovedì 20 gennaio 2005

una segnalazione di Loredana Riccio

Repubblica 20.1.05

il Nobel
Sen: la povertà non genera violenza


Roma- "Che cosa hanno fatto gli Stati Uniti o l'Europa per impedire che un quarto della popolazione del continente africano morisse di aids? Questa domanda tormenterà l'occidente per almeno un secolo". È il monito con cui Amartya Sen, professore di Economia e Filosofia ad Harvard, premio Nobel nel 1998, ha concluso ieri la sua lecture alla Luiss, davanti al presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo e al leader dei Ds, Piero Fassino. Una lettura intorno al rapporto tra violenza e povertà. Perché se è evidente che le guerre e le violenze generano povertà, non è affatto scontato e diretto il rapporto inverso: le condizioni di miseria non sono di per sé causa di violenza. Erano forse poveri i terroristi che hanno colpito le torri gemelle? È povero Bin Laden? Mentre alla tremenda carestia che colpì nel 1840 l'Irlanda non seguì una stagione di violenze. Si sedimentarono però rancori che hanno alimentato nei decenni le successive violenze. Gli stessi che potrebbero sorgere in alcune popolazioni africane decimate dall'aids. "La memoria dell'indigenza - avverte Sen - contribuisce a generare grande ostilità". Dunque è un concetto "più ampio" di povertà quello che può essere all'origine di forme di violenza. Povertà intellettuale, intanto, che porta una parte dell'occidente ad ignorare il contributo della cultura orientale alla civiltà. Povertà o "mancanza di una voce politica", come nel caso dei palestinesi. Ma "una connessione molto importante" tra povertà e violenza arriva anche dal commercio internazionale delle armi: l'80 per cento dell'export è controllato dai 5 Paesi membri permanenti del Consiglio dell'Onu. (r.ma.)