domenica 20 febbraio 2005

archeologia
la Reggia dei Re

Corriere della Sera 20.2.05
La scoperta sarà illustrata oggi durante un convegno a Firenze da Andrea Carandini
Archeologia come avventura: cade il segreto della Reggia dei Re
Era molto lussuosa per l’epoca. Si trova accanto al tempio di Vesta, fuori dalle mura palatine, nel Foro
L. Gar.

Era molto lussuosa, almeno per l’epoca in cui è stata costruita. E si trova proprio dove gli archeologi hanno sempre pensato dovesse essere: accanto al tempio di Vesta. È la reggia dei primi re di Roma, che oggi verrà illustrata per la prima volta al pubblico dal suo scopritore, l’archeologo Andrea Carandini. Una presentazione che avverrà a Firenze, al Palcongressi, all’incontro nazionale organizzato dalla rivista «Archeologia Viva». Una reggia che «è la conferma - racconta Carandini - che Roma è nata proprio secondo la data della tradizione, intorno alla metà dell’VIII secolo avanti Cristo», il famoso anno 753 a.C. E «non, come hanno sempre pensato gli storici - prosegue l’archeologo - circa un secolo, o un secolo e mezzo più tardi». A riprova, un altro prezioso ritrovamento avvenuto proprio in questi ultimi giorni: la «Capanna» dove ardeva il sacro fuoco delle Vestali, esattamente accanto alla reggia, subito fuori le mura palatine. Sono qui i più antichi pavimenti del Foro: e «si è scoperto che quello che era considerato il primo, datato alle metà del VII secolo, è invece il secondo: al di sotto vi è quello che è veramente il primo, e risale di nuovo alle metà dell’VIII secolo», come hanno confermato le indagini statigrafiche.
Per ammirare la prima «reggia» della Capitale i romani dovranno attendere ancora qualche mese: la zona è ancora ricoperta d’acqua e «bisognerà aspettare almeno fino a giungo» fa sapere il suo scopritore.
Carandini, docente di Archeologia classica all’università la Sapienza, tra i massimi archeologi e conoscitori della Roma delle origini, da vent’anni sta conducendo queste ricerche.
Racconta: «Abbiamo trovato alla profondità di circa sette metri un ambiente di 345 metri quedrati, di cui 105 coperti e 240 di cortile, con un monumentale ingresso» sostenuto da colonne di legno dal quale si accedeva ad un ampio salone per banchetti, rifinito con arredi di grande qualità.
E «un locale così grande in quel punto - prosegue - accanto al santuario di Vesta, che era sottoposta alla podestà dei re, non può che essere la reggia» di Numa e di Anco Marzio. Un palazzo che secondo l’archeologo dovrebbe essere durato almeno fino al 64 dopo Cristo, il che vuol dire quasi otto secoli. Quanto poi all’ultimo ritrovamento, la «capanna» delle Vestali, è ovale, con due focolari agli apici e uno al centro, e perfino i ripostigli per i cereali.