martedì 15 marzo 2005

Cina

asianews.it 14 Marzo 2005
CINA Pechino vara la legge anti-secessione contro Taiwan
Con 2896 voti favorevoli e 0 contrari, il parlamento cinese autorizza l'uso di
"mezzi non pacifici" per contrastare l'indipendenza di Taiwan. L'assemblea
ha inoltre eletto il presidente Hu capo di tutte le forze militari.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - L'Assemblea nazionale del popolo (Anp) ha approvato oggi la legge anti-secessione che ammette l'uso della forza contro l'isola di Taiwan. Il provvedimento è passato con 2896 voti favorevoli, 2 astenuti e 0 contrari. Il testo delle legge dice che Pechino può usare "mezzi non pacifici ed ogni altra misura necessaria per proteggere la sovranità e l'integrità nazionale della Cina". La legge dice inoltre che queste azioni potranno essere usate "nel caso in cui le forze secessioniste per l'indipendenza di Taiwan agiscano, sotto qualsiasi nome o con qualsiasi mezzo, per cercare l'indipendenza". La legge non specifica quali siano i "mezzi non pacifici", ma gli analisti ritengono che la dicitura comprenda tutto, dall'embargo all'attacco missilistico fino all'invasione totale dell'isola. La legge ha effetto immediato. Il primo ministro cinese, Wen Jiabao, ha detto che la legge aiuterà a raggiungere un accordo con Taipei, e non sarà la causa di una guerra. La Cina spera che la legge possa fermare il presidente Chen Shuibian dal portare avanti il progetto pro-indipendenza nel suo secondo ed ultimo mandato, che scade nel 2008. L'Anp ha inoltre approvato ieri la nomina del presidente Hu Jintao a presidente della Commissione militare centrale. La nomina è avvenuta con 2886 voti a favore, 6 voti contrari e 5 astenuti. Il voto rappresenta la fine del processo del cambio generazionale fra Jiang Zemin e l'attuale presidente. Hu, 62 anni, ha preso il posto di Jiang, 78 anni, come capo del Partito Comunista cinese nel novembre del 2002, ed è stato eletto presidente della Cina nel marzo 2003. Con la nomina, che lo mette a capo di tutte le forze militari cinesi, Hu - che appartiene alla cosiddetta Quarta Generazione - detiene tutte le massime cariche del Paese.

asianews.it 14 Marzo 2005
TAIWAN - CINA Ambasciatore taiwanese: "La legge antisecessione
non riguarda Taiwan"


Roma (AsiaNews) - Una legge di Pechino non può regolare i rapporti internazionali. Risponde così l'ambasciatore della Repubblica di Cina (Taiwan) presso la Santa Sede, Chou-seng Tou, alla notizia che questa mattina l'Assemblea nazionale del popolo ha approvato a Pechino la legge anti-secessione, che ammette l'uso della forza militare contro l'isola di Taiwan qualora si dichiarasse indipendente. Intervistato da AsiaNews, l'ambasciatore di Taipei presso la Santa Sede, Chou-seng Tou, ha risposto ad alcune domande sulle prospettive future dei rapporti internazionali fra Pechino e Taipei. L'ambasciatore ha detto: "Questa è una legge interna, che non può regolare i rapporti fra Pechino e Taipei. L'isola di Taiwan è staccata dalla Cina, e vuole mantenere lo status quo della situazione". "Bisogna capire - ha continuato Tou - che alla maggioranza della popolazione, direi il 70 %, la situazione va bene così . C'è una parte che chiede l'indipendenza ed una che chiede l'annessione, ma sono poche persone". Per il rappresentante diplomatico, Pechino "ha sbagliato a varare questa legge in un momento in cui i rapporti si stavano alleggerendo. Con l'Anno lunare abbiamo scambiato voli civili diretti, ed era in programma uno scambio di voli cargo charter. Adesso gli industriali, gli investitori, la gente comune vuole fermarsi e stare a guardare". La legge ha ferito i sentimenti degli abitanti di Taiwan, che hanno bisogno solo di un'atmosfera rilassata per gestire la situazione con la Repubblica popolare di Cina. "Abbiamo bisogno di incoraggiamento, mentre questa legge crea sconforto e paura. La gente vuole cooperazione, da entrambi i lati dello Stretto, e forzare la situazione non aiuta". L'affermazione della legge, che autorizza l'uso di "mezzi non pacifici", non spiega se la situazione sia a rischio. Per Tou "non si può eliminare nessuna alternativa. Il termine 'mezzi non pacifici' fa pensare a qualsiasi cosa". Sull'interesse internazionale suscitato dalla vicenda, l'ambasciatore spiega che "solo gli Stati Uniti ed il Giappone hanno il polso reale della situazione, perché sanno cosa succede nel Pacifico. La definizione americana delle legge ('non di aiuto' nda) è perfetta per comprendere come Taiwan vede la situazione". Sulla nomina di Hu Jintao a capo della Commissione militare centrale, l'ambasciatore non nutre particolari speranze. "La successione a Jiang Zemin è solamente un fatto interno al Partito, le politiche militari non cambiano. La nomina è solo un altro segno della cessione di poteri graduali dalla terza alla quarta generazione". Sul fatto se poi la legge sia un attacco anche alle minoranze etniche interne al suolo cinese, Tou non si esprime. "Non ho letto gli articoli che compongono la legge, e non posso esprimermi sull'argomento. Sicuramente la legge, che è una legge interna, riguarda più le minoranze della Repubblica popolare cinese che Taiwan".