Il 68% degli italiani: giusto curare con cellule di embrioni umani
ROMA Per il 68% degli italiani utilizzare cellule di embrioni umani per curare malattia come Alzheimer o Parkinson è moralmente accettabile e sale addirittura al 76% la percentuale di coloro che considerano utile che la ricerca intraprenda questa strada. È quanto emerge dall'indagine su biotecnologie e opinione pubblica in Italia, i cui risultati sono stati resi noti ieri a Roma, a Palazzo Chigi, nella presentazione della rassegna di biotecnologie Bionova, in programma a Padova dal 2 al 22 aprile. L'indagine, condotta dalla società Observa in collaborazione con il Comitato nazionale per le biotecnologie presso la Presidenza del Consiglio, si basa su un campione di oltre 950 persone di oltre 18 anni. Secondo il presidente del Comitato, Leonardo Santi, quello che emerge dallo studio è un dato molto interessante, tuttavia non emerge se il parere favorevole all'uso di cellule staminali embrionali espresso dalla netta maggioranza degli intervistati si riferisca alle cellule già disponibili, ossia a quelle che derivano dagli embrioni in sovrannumero ottenuti in passato negli interventi di fecondazione artificiale, ora congelati e «abbandonati» dalle coppie che li hanno generati, oppure se il giudizio si riferisca ad embrioni umani prodotti in laboratorio a scopo di ricerca. Conferme del grande interesse che suscitano questi argomenti arrivano da un’altra indagine. Clonazione e cellule staminali, secondo una ricerca del Ceris, sono gli argomenti che sembrano più interessare i giovani delle scuole superiori, soprattutto le ragazze, mentre i coetanei di sesso maschile sono più incuriositi da energie e consumi.