From: "cgil"
Appello per la liberazione di Aziz (Organizzazione KUFIA)
Cari amici,
credo che nei due anni appena trascorsi molti di voi avranno avuto l'occasione di conoscere Aziz, è una delle persone che ha permesso a Kufia di avviare materialmente molti dei suoi progetti nel campo profughi di Tulkarem ed in Palestina e che ha dato vita a un centro di aggregazione inizialmente pensato per i bambini e i giovani del campo e in breve tempo diventato un punto di riferimento per l'intera comunità. In questo centro i bambini imparano a incanalare nel disegno e nei colori almeno un po' del loro disagio, i più grandi frequentano seminari dove si parla di dialogo e di non violenza, le donne imparano altre lingue, gli uomini ritrovano il senso della collaborazione e provano a riemergere dall'inerzia umiliante imposta dall'occupazione. Mohammed Fawzi Tanji, per tutti Aziz, è il motore di questo centro e di tante altre cose. Mercoledì scorso Aziz stava viaggiando in autobus da Tulkarem a Ramallah, come fa ogni settimana quando i checkpoint glielo permettono, per andare all'università. Tutto ciò che sappiamo è che uomini della sicurezza israeliana lo hanno fatto scendere dall'autobus e lo hanno portato via per interrogarlo, perché Aziz lavora anche nel villaggio da cui forse meno di due settimane fa è partito il kamikaze di Tel Aviv, perché Aziz conosce tutti e tutti lo conoscono. Questo è il pretesto, il motivo vero è che Aziz abita nel conflitto e nel disaggio per potere aiutare la sua gente a resistere all'occupazione israeliana in modo creativo e non violento, rispondendo con la cultura, l'educazione e il lavoro, insieme a persone come lui, insieme ad altri palestinesi, a israeliani, americani ed europei che credono che l'unica risposta possibile allo sfascio epocale che stiamo attraversando sia recuperare quello che ci rende esseri umani. Aziz ha portato in Italia gruppi di ragazzi israeliani e palestinesi, che molti di voi hanno incontrato, ha partecipato ai nostri cortei contro la guerra, ha organizzato a Tulkarem una manifestazione per chiedere la liberazione di Giuliana, ha insistito perché le donne del campo formassero delle cooperative per gestire in modo finalmente autonomo i loro progetti, ha scattato tante delle fotografie arrivate tra mille difficoltà agli amici italiani che hanno adottato a distanza i bambini dei campi di Jenin e di Tulkarem. Non sappiamo dove sia Aziz, non sappiamo se e quando il fermo diventerà un arresto vero e proprio, conosciamo però la violenza con cui vengono condotti gli interrogatori, la paura e il dolore dei suoi genitori che temono di non vederlo tornare. Vi chiediamo di aiutarci a riportare Aziz a casa, di mobilitarvi appena possibile con le modalità che riterrete più opportune, di inviare e-mail e fax al governo israeliano attraverso l'ambasciata in Italia (tel. 0636198500, fax 0636198555, e-mail info-coor@roma.mfa.gov.il).
Grazie a tutti,
Paola Ghiglione Kufia onlus
a nome del consiglio direttivo: Ali Rashid, Patrizio Esposito, Vauro Senesi, Sirio Conte, Luigi Di Chiara