L'Unità 15 Marzo 2005
Esce in italiano l’epistolario tra i due grandi scrittori francesi. Un’amicizia cresciuta negli anni e l’influsso della scrittrice sulle posizioni politiche dell’autore ne «L’educazione sentimentale»
George Sand che «spiegò» la rivoluzione a Gustave Flaubert
Anna Tito
Per via di una «distanza geografica» di alcune centinaia di chilometri fra la Normandia e il centro della Francia nacque una delle più belle amicizie epistolari, quella fra la trasgressiva, esuberante George Sand, che risiedeva nel castello di Nohant, e l’austero Gustave Flaubert rintanatosi a Croisset in Normandia, per l’appunto.
Si tratta di quattrocentoventidue lettere, estremamente significative della letteratura francese dell’Ottocento, che vengono a rappresentarci ben quattordici anni di vicinanza (dal 1863 al 1876), di discussioni tenere e serie, geniali e fantasiose, di comunione d’interessi fra letterati: le presenta adesso in traduzione italiana il volume Gustave Flaubert - George Sand, Fossili di un mondo a venire. Carteggio, a cura di Vito Corbello (ed. Nino Aragno, 664 pp., euro 35).
Notevole l’impegno del curatore nell’assemblare la corrispondenza tutta e nel tradurla con meticolosità. Ma va rilevato che le note appaiono insufficienti e che l’introduzione si limita a riportare, con pochi commenti, alcuni brani della corrispondenza. Degli autori, la loro storia, l’epoca in cui vissero, non si evince nulla. Insomma, per avvicinarsi al volume appare indispensabile conoscere la storia e la letteratura francesi degli anni a cavallo fra il 1860 e il 1870, in quanto gli autori e il titolo non appaiono, a prima vista, scontati per tutti.
I due s’intravvidero per la prima volta e per un puro caso a Parigi, al Teatro dell’Odéon, il 30 aprile del 1857. Lei aveva 53 anni, lui 36 e al suo attivo, fra gli altri, il fresco di stampa Madame Bovary, incriminato per oltraggio alla morale e alla religione. A George Sand, di cui era ormai fervente ammiratore, ne aveva fatto pervenire una copia con la semplice dedica: «A Madame Sand, l’omaggio di uno sconosciuto». Nel 1843 invece, redigendo L’Education sentimentale, suo capolavoro, egli annunciava sprezzante a proposito della già illustre collega: «Non intendo rivolgermi agli allievi delle scuole medie e alle sartine che leggono George Sand…». Gli apparivano rivoltanti i «buoni sentimenti femminili» e la prolissità dell’autrice di romanzi «passionali» e di grande successo quali Indiana (1832) e Consuelo (1840).
La «conversione» del giovane scrittore fu graduale: né l’età, né le opinioni politiche né tantomeno le concezioni artistiche destinavano Flaubert e George Sand a diventare amici, tanto che occorsero ben nove anni dall’incontro di Parigi affinché ciò avvenisse. Si incontrarono realmente, per la prima volta, nel 1859, a Parigi, in casa di lei; nient’altro in seguito, né missiva alcuna, per ben tre anni. Allorché di Flaubert apparve nel 1862 Salammbô, affresco rievocativo dell’antica Cartagine passato inosservato ai più, George Sand in La Presse lo elogiò a grandi lettere; lui la ringraziò sulla medesima testata, poi ciascuno tornò al proprio lavoro per tre anni ancora.
All’incontro del 12 febbraio del 1866 può farsi risalire l’inizio dell’amicizia vera e propria: senza ragione apparente avvenne il «miracolo» destinato a trasformare la visione del mondo da parte di entrambi, specie per lui: rientrando a casa dopo una cena George annotò nel proprio diario: «Flaubert, appassionato, e più simpatico a me che agli altri». Subito dopo lei gli dedicò il suo Le dernier amour: «Al mio amico Gustave Flaubert» e raggiunse «l’orso nella sua tana» di Croisset. Le giornate trascorsero discutendo di letteratura, di politica, di teatro, fumando fino all’alba, interrompendosi soltanto per assaggiare un pollo freddo in cucina, verso le tre del mattino. Nacque una passione dolce, intelligente, filiale, grazie anche al fascino giovanile di George e a una complicità materna che soddisfacevano il bisogno d’amore del buon gigante Flaubert.
Dell’adorata nipotina Aurore scriveva lei: «Mi fa l’effetto di un sogno. Anche tu, senza saperlo, sei un sogno». Da questo sogno L’éducation sentimentale - libro d’amore e di dolorosa passione, storia morale degli uomini che vissero sotto la Monarchia di Luglio e la storia sentimentale di un animo alla ricerca dell’inaccessibile - uscì del tutto trasformata nel 1869: grazie alle informazioni di prima mano fornite da George sull’insurrezione del 1848. Lui ripartiva da zero, sfumando e precisando la propria analisi politica sugli avvenimenti e avvicinandosi, inconsapevolmente, alle tesi di Marx.
Con pazienza, lei lo convinse della necessità di assecondarsi, facendo sì che i diseredati avvertissero la sofferenza. E lui, affrontando il racconto delle giornate del giugno 1848, narrò dei massacri dal punto di vista del popolo, parteggiando per le vittime. Flaubert trascorse poi il Natale a Nohant, dove la passione di George e del figlio Maurice per la botanica, la mineralogia, le scienze naturali, influenzarono non poco il progetto enciclopedico di quel capolavoro dell’umorismo «nero», vero e proprio «monumento all’imbecillità della società contemporanea» che fu Bouvard et Pécuchet, iniziato nel 1874 e poi apparso nel 1881.
Ma è per via epistolare che i due vissero, sul filo degli anni, la loro passione, al ritmo di due lettere al mese, ripromettendosi in ciascuna di incontrarsi al più presto. L’ultima missiva di Flaubert, datata del 29 maggio 1876, giunse a Nohant nel giorno in cui George, affetta di occlusione intestinale, veniva a conoscenza dell’ineluttabilità della propria, malattia. Spentasi lei l’8 giugno, Gustave volle scrivere una storia per lei, che rispecchiasse le sue idee. Nacque così nel 1877 Un cuore semplice, racconto sulle sofferenze di una donna del popolo. E confidò poi a un’amica: «Si doveva conoscerla come l’ho conosciuta io per sapere quanto vi era di femminile in questo grande uomo, per conoscere l’immensa tenerezza di questo genio».
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»