lunedì 4 aprile 2005

in morte di Wojtyla
il comunicato della Federazione Anarchica Italiana
e quello dell'UAAR

(ricevuto da Pino Di Maula)

dalla Federazione Anarchica Italiana


È morto un uomo. Noi anarchici amiamo la vita e non possiamo che dispiacercene. Specie per l'inenarrabile crudeltà di un'agonia esibita indecentemente al mondo dalle gerarchie ecclesiastiche.
Tuttavia in questo giorno che vede tutti i politici, da Fausto Bertinotti ad Alessandra Mussolini, inginocchiati di fronte al trono di Pietro vogliamo ricordare chi era l'uomo a capo di una monarchia assoluta distintasi nei secoli per la sua barbarie. La chiesa che ha perpetrato e benedetto il massacro di milioni e milioni di uomini e donne torturate, bruciate, uccise in nome della croce non è il ricordo di un passato ormai rinnegato, ma ha trovato in Wojtila un degno epigono.

Karol Wojtila per 27 anni si è distinto per le sue scelte reazionarie.

Karol Wojtila è stato responsabile della diffusione dell'AIDS in Africa, dove la pubblicizzazione e l'uso dei preservativi avrebbero potuto salvare dalla malattia milioni di persone, fra cui tantissimi bambini.

Karol Wojtila ha dato copertura al dittatore, torturatore ed assassino cileno Augusto Pinochet, cui ha stretto la mano durante il viaggio nel martoriato paese sudamericano, nelle cui carceri venivano straziati migliaia di oppositori politici. Non una parola per le vittime ma la benedizione per il carnefice e la sua famiglia.

Karol Wojtila ha indossato le vesti della pecora e quelle del lupo a seconda degli interessi dell'organizzazione di cui è stato il sovrano. La sinistra lo osanna per il suo pacifismo in Iraq, ma dimentica che egli sostenne e giustificò le guerre che hanno insanguinato la ex Jugoslavia. Con la Croazia cattolica, contro musulmani e ortodossi, il papa dell'"ecumenismo" religioso ha fatto santo Stepinac, il cardinale che a fianco dei fascisti croati si schierò con Hitler, "inviato da dio" e benedisse le innumerevoli atrocità perpetrate dagli ustascia con la complicità delle truppe di occupazione italiane.

Karol Wojtila ha protetto e sostenuto il cardinale Pio Laghi, già nunzio apostolico in Argentina ai tempi della dittatura che massacrò 30.000 persone. Laghi benedisse e coprì i torturatori e gli assassini.

Karol Wojtila è stato il capo di una multinazionale con interessi ramificati in tutto il mondo e redditi elevatissimi in un pianeta dove la maggioranza della popolazione sopravvive con meno di due dollari al giorno.

Karol Wojtila, un "paladino della vita" che ha mantenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti della pena capitale, è stato l'alfiere di una cultura di oppressione. Una cultura che vorrebbe la mortificazione della vita delle donne, condannate a partorire ad ogni costo bambini malformati o destinati alla morte per fame. Una cultura che preferisce una vita di dolore ad una di gioia e salute, una cultura che criminalizza i gay, che trasforma il desiderio e l'amore in colpa, che difende chi non è nato e perseguita i vivi.

Karol Wojtila ha santificato i preti spagnoli che si schierarono in armi con le truppe del catto-fascista Francisco Franco. Questi santi martiri volevano rinverdire i fasti della chiesa di Torquemada e dei quemaderos, i "forni collettivi" dove gli eretici erano cotti a fuoco lento.

Come gli anarchici e libertari del '36 che si battevano per la vita e la libertà contro il fascismo e l'oppressione clericale, noi, anarchici e libertari di oggi, pur nel rispetto della morte di un uomo, non ci inchiniamo, non ci uniamo al coro dei tanti, che a destra come a sinistra si inginocchiano di fronte al feretro del capo di una delle organizzazioni più feroci, sanguinarie e liberticide che la storia ricordi. La nostra lotta contro le religioni e le chiese si alimenta della consapevolezza che solo l'emancipazione dalla follia religiosa e dai preti che la alimentano potrà consentire agli uomini ed alle donne una vita piena, gioiosa, vissuta in libertà nel rispetto delle diversità, nella solidarietà tra eguali.

La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana-FAI


Comunicato UAAR

Giovanni Paolo II è morto: con la sua scomparsa i cattolici perdono la loro attuale guida. Gli atei e gli agnostici rispettano il loro dolore per la morte dell’uomo Wojtyla. Il suo ruolo di papa, tuttavia, non può, non deve essere confuso con la sua umana sofferenza, come a doverne stemperare i limiti istituzionali nella pietas umanitaria.

Giovanni Paolo II è stato un papa che molti cattolici, non tutti, hanno giudicato grande, dimenticandone gli umani errori. Karol Wojtyla è stato anche un papa che ha riportato la Chiesa cattolica a un’era preconciliare, a una sfrenata prassi canonizzatrice, discutibile anche per i modelli di santità proposti ai fedeli (Escrivá, Carlo I, padre Pio, Stepinac, Pio IX). Un papa attentissimo alle forme di comunicazione, anche quando ha chiesto scusa (a Dio, non alle vittime) per gli errori dei figli della Chiesa, mai per gli errori della Chiesa cattolica, da lui considerata una società perfetta. Una Chiesa cattolica chiusa nei confronti di nuove realtà come l’eutanasia, il controllo delle nascite, la prevenzione dell’AIDS, le unioni di fatto, i diritti dei gay. E per contro orgogliosa nel rivendicare privilegi secolari, attraverso un nuovo interventismo politico di cui il nostro Paese è purtroppo stato il principale destinatario. Interventismo che spesso ha assunto la forma dell’ingerenza e ha trovato nelle istituzioni repubblicane un interlocutore disposto ad assecondare il clero oltre i limiti dettati dalla laicità dello Stato.

Gli atei non dimenticano come Giovanni Paolo II abbia sempre considerato l’ateismo un banale sinonimo di comunismo, e abbia più volte equiparato l’apostasia alla degradazione morale. Valga per tutte l’affermazione contenuta nell’enciclica Centesimus Annus: «La negazione di Dio priva la persona del suo fondamento». Un fondamento che,a suo dire, avrebbe invece l’embrione. Ma si ricordi anche quando, nella famosa omelia di “Confessione dei peccati”, inserì l’ateismo tra «i mali di oggi». Affermazioni, riportate a puro titolo esemplificativo, che non possiamo facilmente sottacere. Affermazioni che i mass media, per completezza d’informazione, dovrebbero riproporre: anche in queste ore di lutto per il mondo cattolico.