martedì 7 giugno 2005

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Yahoo!Salute martedì 7 giugno 2005
Disturbi mentali: uno su due insorge prima dei 14
Il Pensiero Scientifico Editore

Metà dei casi di disturbi mentali che si verificano nell’arco di una vita hanno il loro esordio nei primi 14 anni di vita, ciò nonostante la diagnosi e i trattamenti, anche se l’accesso ad essi è possibile, arrivano anche decadi più tardi col risultato che disturbi semplici da risolvere come disturbi d’ansia, dell’umore e tossicodipendenze si aggravano o favoriscono l’insorgenza di altre problematiche. Questo, secondo uno studio (che non ha incluso malattie come schizofrenia e autismo), che ha prodotto ben quattro pubblicazioni sull’ultimo numero degli Archives of General Psychiatry tutte firmate da Ronald Kessler, significa rendere più difficile dopo la cura.
Lo studio, un progetto collaborativo tra la Harvard University, la University of Michigan, e il NIMH Intramural Research Program, pone dunque l’accento sulla necessità di interventi nei tempi e nei modi adeguati.Lo studio, battezzato “National Comorbidity Survey Replication” (NCS-R) perché è la ripetizione di uno studio del 1990, ha coinvolto 9282 persone dai 18 anni in su.
“Ci sono molti messaggi consegnati da questa vasta indagine ma di certo nessuno è importante come l’aver riconosciuto che i disturbi mentali sono condizioni croniche delle persone giovani”, ha dichiarato il direttore del National Institute of Mental Health Thomas Insel. Infatti se un disturbo su due insorge entro i 14 anni, tre su quattro si sono già presentati alla soglia dei 24 anni. In particolare i disturbi d’ansia insorgono alla fine dell’infanzia, quelli dell’umore nell’adolescenza, l’abuso di sostanze intorno ai 20.
Ciò significa che, al contrario delle malattie che sono la piaga dei paesi occidentali ovvero quelle cardiovascolari, le problematiche della psiche affliggono gli individui proprio nel periodo della loro vita in cui dovrebbero essere più produttivi. Le femmine hanno più spesso disturbi d’ansia e dell’umore, i maschi invece hanno di più problemi con stupefacenti e disordini dell’autocontrollo. Il ritardo medio tra l’insorgenza dei primi sintomi e il primo contatto con i servizi di assistenza è di dieci anni, con un massimo di 20-23 anni per disturbi come le fobie sociali e l’ansia da separazione.
Il tempo più breve invece riguarda i disturbi dell’umore (6-8 anni) ma ciò è attribuibile soprattutto alla loro precoce insorgenza e alle campagne di sensibilizzazione sull’argomento, nonché alla facile disponibilità di farmaci. In ogni modo il ritardo è evidente per ogni disturbo e va considerato per le sue implicazioni in termini di salute pubblica. Infatti ritardare l’inizio di una terapia significa moltiplicare il rischio che diventi resistente ai trattamenti disponibili e che gli episodi legati alla malattia si facciano più frequenti.
Inoltre disturbi non trattati precocemente vanno a braccetto con l’insorgenza di disagi socio-economici: sospensione degli studi, lavori precari, figli in giovane età, relazioni di coppia instabili e violente. Prima insorge il disturbo, più tardi si cerca aiuto e più persistente diventa la malattia, con l’aggravante che questi disturbi sono più frequenti proprio in contesti sociali più disagiati in cui avere assistenza è più difficile.
Inoltre gli individui con un disturbo mentale sono più a rischio per altri disturbi, cosa che suggerisce come tra di loro molti disturbi abbiano poi dei confini molto labili.Una prospettiva internazionale di questo studio sarà presto disponibile poiché esso fa parte di un’iniziativa globale di epidemiologia del disturbo nervoso che, coordinata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a coinvolto 28 paesi del mondo.

Fonte: Kessler R et al. Lifetime risk and persistence of psychiatric disorders across ethnic groups in the United States. Psychol Med 2005;35.

agi.it 7 giugno 2005
MIRKO: AVVOCATO, UN CASO PER I MEDICI, NON PER I GIUDICI

(AGI) - Lecco,"Il caso di Maria Patrizio va risolto da medici, specialisti, psichiatri. Non da giudici e magistrati". Ne è convinto l'avvocato Fabio Maggiorelli di Genova che con il collega Ernesto Rognoni assiste la giovane mamma di Casatenovo (Lecco) che la mattina del 18 maggio scorso ha fatto annegare il figlioletto Mirko di 5 mesi nella vaschetta per il bagno. Il legale ancora una volta ribadisce come le condizioni di salute mentale della ventinovenne siano molto precarie.
"Spesso chiede del marito Cristian e con il mio collega ho già presentato un'istanza al giudice per farle ottenere il permesso di incontrare il consorte. Qualche volta chiede notizie del figlio. È come se la sua mente abbia rimosso l'accaduto, anche se sporadicamente riemergono ricordi, seppur appannati. Mery attualmente è ospitata nel reparto "Arcobaleno" dell'ospedale psichiatrico di Castiglione delle Stiviere, nel mantovano. Per le 13 di oggi è prevista l'udienza in sede di incidente probatorio davanti al gip di Lecco, Gianmarco De Vincenzi, per il conferimento di incarico al pool di psichiatri che dovranno analizzare le "inquietudini mentali" che attualmente pervadono la vita di Maria Patrizio. Per la difesa sarà scelto il prof. Massimo Picozzi di Saronno (già consulente per la difesa nel caso di Cogne), mentre per il gip l'esame peritale sarà affidato a Isabella Merzagora dell'Istituto di Medicina Legale di Milano e a Ugo Fornari dell'Università di Torino, già consulente per l'accusa contro Annamaria Franzoni. Il pm, Giovanni Gatto, renderà noto il nome del suo perito nelle prossime ore.

liberazione.it 7 giugno 2005
Accadde 21 anni fa - Enrico Berlinguer

Il 7 giugno del 1984, mentre chiude la campagna elettorale per le elezioni europee, il segretario del Pci Enrico Berlinguer è colpito da un malore. Morirà quattro giorni più tardi senza riprendere conoscenza. Era impegnato nella battaglia feroce contro il governo per salvare la scala mobile (difendere i salari). Il Pci vincerà le elezioni (primo partito) poi entrerà in una crisi dalla quale non si riprenderà più.