martedì 7 giugno 2005

Leonardo da Vinci

Corriere della Sera 7.6.05
Sotto l’intonaco di Palazzo Vecchio potrebbero esserci ancora tracce della «Battaglia di Anghiari»
Scoperto un «muro segreto» di Leonardo
Pierluigi Panza

Ieri, cinque secoli fa, Leonardo «al tocco delle 13 ore», si trovava in Palazzo Vecchio di Firenze per iniziare un affresco raffigurante la «Battaglia di Anghiari», che doveva documentare la vittoria del 1440 dei fiorentini, alleati con il Papa, contro i milanesi. Nella stessa sala, e sempre per 20mila fiorini, era stato chiamato anche Michelangelo a dipingere su un altro muro «La battaglia di Cascina». Ma ci furono brutti presagi quel giorno: si mise a piovere e il cartone «si guastò» annotò lo stesso Leonardo nel Codice di Madrid. Morale: l’affresco si deteriorò presto. Forse il genio di Vinci aveva nel dipinto su muro il suo tallone di Achille, visto che anche il «Cenacolo» di Santa Maria delle Grazie (innumerevoli volte restaurato) già nel Cinquecento veniva detto ormai perduto. Andò peggio alla «Battaglia di Anghiari», che fu coperto da un affresco del Vasari. Ieri, nell’ambito della rassegna «Il genio fiorentino», l’ingegnere Maurizio Seracini, presentando i risultati di analisi effettuate con strumenti come la termografia e il radar (che consentono di «vedere» cosa c’è sotto l’intonaco dei muri), ha mostrato di aver scoperto un «muro segreto» nel Salone dei Cinquecento. Dietro il paramento murario su cui il Vasari ha affrescato la «Battaglia di Marciano in Val di Chiana» ci sarebbe infatti una sottile intercapedine, creata forse dal Vasari stesso per proteggere il «capolavoro» di Leonardo. E su questo muro più interno «potrebbero esserci ancora tracce dell’affresco perduto di Leonardo».
Questa ipotesi è stata sostenuta non solo sulla base di una serie di rilievi scientifici, che Seracini ha mostrato nella sua relazione in Palazzo Medici Riccardi, ma anche da alcuni documenti di archivio resi noti per la prima volta dal professor Rab Hatfield. Seracini ha sottolineato come, a oggi, né da ricerche di archivio né da indagini scientifiche siano emersi elementi che indichino che il Vasari abbia cancellato il malandato affresco sottostante durante il rifacimento del salone. Per questo motivo, altre volte nella storia si è stati tentati di vedere cosa c’è sotto l’affresco che oggi vediamo.
Sulla base dei risultati ottenuti, ha detto ieri Seracini, «è auspicabile e giustificato poter proseguire le indagini per giungere alla soluzione di questo mistero che dura da cinque secoli». Secondo l’ingegnere (che è anche «citato» da Dan Brown - per le sue scoperte sulla tavola di Leonardo «L’Adorazione dei Magi» - nel «Codice da Vinci») sarà necessario «un ulteriore anno di ricerche».