martedì 5 luglio 2005

Ida Dominijanni
la difficile libertà delle donne

il manifesto 5.7.05
POLITICA O QUASI
Embrione, una folla di padri
IDA DOMINIJANNI

Siccome le vittorie hanno molti padri e le sconfitte nessuno, attorno all'embrione-persona separato dalla madre i padri abbondano e gareggiano in presenza, cura e fierezza. Se c'erano dei dubbi sul fatto che nella legge 40 fosse in gioco una rivincita vetero-patriarcale sul primato femminile nella procreazione, questa nobile gara che si svolge sui palchi congressuali e negli incontri internazionali, nei catechismi e sui giornali si sta incaricando di fugarli. Il valore della vita e la cura della specie stanno tornando in mani saldamente maschili, e sarà per questo che vengono branditi come armi contundenti nell'agone politico. Con quel trofeo dell'embrione-persona in mano tutti si sentono più forti, da Casini a Pera e da Ratzinger a Buttiglione. E adesso è anche più chiaro perché fosse così importante conquistarlo, per la Chiesa, i vecchi politici cattolici e i nuovi teo-con: rimettere le mani sulle origini della vita faceva e fa tutt'uno col tentativo di riprendere in mano l'iniziativa politica a tutto campo, pareggiando i conti con il trentennio cominciato con la sconfitta cattolica sul divorzio e con l'impronta della libertà femminile sulla vita pubblica. I nuovi padri avranno la meglio? E' difficile misurare l'impatto della loro predicazione su una società di cui poco conosciamo malgrado la messe di sondaggi che continuamente la compulsa. Giustamente la doppietta congressuale An-Udc del fine settimana suscita interrogativi e analisi sulle continuità e le discontinuità fra questo ennesimo tornante della transizione italiana e le identità politiche del primo cinquantennio repubblicano: nel discorso di Casini l'eredità della Dc è esplicita, quanto in buona parte di An è evidente il richiamo ai valori fascisti. Ma nel teatro postmoderno della politica anche le identità si riducono a performance, gioco, maschera. Berlusconi scese in campo nel `94 come «uomo nuovo» e imprenditore antipolitico, e quattro anni dopo, quando decise di non fare più «il papà costituente» ma di far saltare la Bicamerale, allestì un congresso per cambiare faccia e presentarsi, anche lui, come l'erede di De Gasperi: in quel momento gli faceva gioco. Oggi indossare un'identità cattolica più fondamentalista che degasperiana fa gioco a molti, anche a chi, come Casini, trova difficile per ragioni biografiche «accettare quello che la Chiesa ci dice in materia di matrimonio e contraccezione»: la coerenza fra personale e politico può andare a farsi benedire se c'è in ballo l'alleanza fra una politica senza verità e la Verità certificata del catechismo ratzingeriano.
Il quale ha il vantaggio di essere spendibile ovunque nel mondo (occidentale), dall'Italia alla Spagna - Pera docet -, dagli Stati uniti cristiani di Bush all'Europa da ricristianizzare. Il dato imprevedibile non sta, in Italia, nel rigurgito dell'antica identità cattolica; sta nel modo in cui esso si miscela con il nuovo virus fondamentalista che ha contagiato le società occidentali da quando si sono messe a fare la guerra al fondamentalismo islamico, secondo la ferrea logica speculare che sempre governa le relazioni amico-nemico. Ma anche di questo virus, non è facile pesare quanto faccia parte del teatro politico e quanto attecchisca sulla superficie e nel profondo delle società secolarizzate. Di certo c'è che la crociata è partita e che da qui alle prossime elezioni Dio, l'embrione e la regola eterosessuale saranno le parole d'ordine - in senso stretto - del discorso pubblico. Non ci guadagneranno né il discorso politico né quello religioso, che quando sono seri si sostanziano a vicenda e quando non lo sono a vicenda si depotenziano. Nessun trucco ci verrà risparmiato, come già si è visto nel referendum sulla procreazione assistita. L'ultimo è di Casini, quando cita pro domo sua la legge francese contro il velo come esempio di cattivo laicismo che viola la libertà delle donne islamiche. Né più né meno di quanto la legge 40, esempio di pessimo confessionalismo, viola la libertà delle donne italiane.