La curiosità dell'uomo inizia già dalla retina
A cura de Il Pensiero Scientifico Editore
David Frati
L’innata curiosità dell’uomo per le cose nuove inizia già a livello dell’occhio. La retina cerca infatti senza sosta oggetti nuovi nel campo visivo, adattando dinamicamente la sua azione, ignorando gli oggetti conosciuti e concentrandosi sulle novità. Lo svela una ricerca pubblicata dalla rivista Nature.
I ricercatori della Harvard University hanno scoperto che questo principio della ricerca della novità è operativo in molti ambienti visivi. “I nostri occhi raccontano il mondo visivo al nostro cervello, ma non del tutto fedelmente”, spiega Markus Meister, professore di Biologia Cellulare e Molecolare ad Harvard. “Ciò che fa la retina è uno schizzo della realtà, come un disegnatore, mettendo in evidenza alcuni aspetti e trascurando le aree meno interessanti”.
“Per esempio”, aggiunge Meister, “in ambienti visivi come foreste o prati, con tanti elementi verticali e pochi orizzontali, la retina tende a sopprimere le linee verticali e a sottolineare le rare linee orizzontali”.
Meister ed il suo team hanno esaminato i segnali neurali nelle cellule dei gangli retinali, che trasportano i segnali visivi dall’occhio al cervello. Si è notato che queste cellule tendono a registrare differenze locali e spaziali più che informazioni complessive. Questa caratteristica viene interpretata dagli scienziati come un codice, una strategia evolutiva: “Gli animali incontrano spesso ambienti con caratteristiche visive diverse da un ipotetico ‘ambiente medio’. Abbiamo scoperto che quando questo avviene, la retina si adatta dinamicamente: i campi recettivi delle cellule dei gangli retinali cambiano già dopo pochi secondi passati in un nuovo ambiente”.
Fonte: Harvard University press release 2005.