domenica 10 luglio 2005

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Corriere della Sera 10.7.05
CONSUNTIVI
Strasburgo: Arte ottica e cinetica al Museo d’arte moderna e contemporanea
Quando l’occhio vede e stravede
Andrea Genovese

Intenta a strutturare un villaggio globale e un cervello planetario, la nostra tecnologia corre a un ritmo tale da sembrare, ai pessimisti, una Narrenschiff (la nave dei folli medioevale). Sta di fatto che la modernità si afferma sempre più come una tabula rasa permanente degli eventi del giorno prima. Anche l'arte ottica e cinetica appartiene già a un passato lontano, tanto che se ne tenta un bilancio, significativamente storicizzato (1950-1975): Victor Vasarely, Jesus Rafaël Soto, Nicolas Schöffer, Yaacov Agam. Oltre 150 le opere in mostra, fra dipinti, oggetti che a dipinti assomigliano e installazioni di varia natura, ivi compresi percorsi labirintici (strabici e daltonici astenersi). Non si dimenticano, per usare un linguaggio leopardiano, i prolegòmeni (Duchamp, Làzlo Moholy-Nagy, Tinguely, Calder ...); e si dà qualche esempio della batracomiomachia contemporanea (Hugues Reip, Ann Janssens, John Tremblay, Ugo Rondinone...).
Quattro le sezioni. La prima, L'occhio-motore, fa leva sulla dinamica cinetica dello sguardo: emergono oltre alle composizioni di Vasarely (Beta, Gamma), quelle di Bridget Riley (Circolo d'accelerazione), di Soto (Dinamica del colore), d'Yvaral e dei nostri Alberto Biasi, Toni Costa, Grazia Varisco. La seconda, L'occhio-corpo, riprende la nozione dell'implicazione fisica dello spettatore nel dispositivo creativo, attraverso manipolazioni tattili e visive, con opere di Agam (Costellazione), Carlos Cruz-Diez, Pol Bury (Cinétisation, del 1969, impressionante serie di foto di grattacieli newyorkesi deformati e semicrollanti tanto da far pensare all'attentato alle torri gemelle), Marina Apollonio (Dinamica circolare), Raymond Hains, Gianni Colombo, Getulio Alviani. La terza, L'occhio-computer, registra l'irruzione della cibernetica, dei pixel e della digitalizzazione: bellissime opere di Vasarely, François Morellet, Nicolas Schöffer, Vera Molnar. La quarta, L'occhio-sonoro, sottolinea il dialogo con le forme musicali: brillano Karl Gerstner, Hermann Goepfert, Gregorio Vardanega.

ARTE OTTICA E CINETICA (1950-1975)
Strasburgo, Musée d'art moderne et contemporain,
sino al 25 settembre. Tel. 0033/388525015