Le Scienze 20.01.2004
Scimmie generose o egoiste?
Il comportamento degli scimpanzé è simile a quello umano
Avete mai dato parte del vostro dessert a un amico soltanto perché smetta di infastidirvi e di chiederlo? Non siete i soli: anche gli scimpanzé e altre scimmie condividono il proprio cibo con gli altri per evitare le scocciature e farsi lasciare in pace.
Indagare sui motivi che spingono alcuni animali a donare il cibo agli altri è difficile. Alcune teorie, in passato, suggerivano che gli animali più generosi avrebbero potuto beneficiare in seguito di una gentilezza simile. Ma un nuovo approccio di Jeffrey Stevens dell'Università del Minnesota sembra fornire una spiegazione più semplice e soddisfacente per tutti: chi mendica ottiene il cibo e chi lo offre viene lasciato in pace.
Stevens ha studiato alcuni scimpanzé (Pan troglodytes) e scimmie scoiattolo (Saimiri boliviensis), ponendoli in una gabbia e fornendo loro frutta da mangiare. In una gabbia vicina c'era un esemplare affamato della stessa specie. I primati molto raramente passavano cibo attraverso le sbarre al loro vicino affamato. Ma se le due gabbie erano in comunicazione, dando al secondo la possibilità di chiedere, rubare o lottare per il cibo, la condivisione era la regola.
Secondo Stevens, il comportamento delle scimmie è analogo a quello di un genitore che compra un giocattolo al proprio bambino pur di farlo stare buono. "Si tratta di un modo egoista - spiega il ricercatore - per porre fine alle costanti molestie". Curiosamente, gli scimpanzé affamati infastidiscono maggiormente i loro vicini quando il cibo è tagliato in pezzi più piccoli. Ciò potrebbe rispecchiare il fatto che i "mendicanti" hanno più probabilità di ricevere un dono se questo non intacca in modo significativo il cibo a disposizione.
La teoria di Stevens potrebbe spiegare anche molti esempi di "generosità" umana.
J. R. Stevens, The selfish nature of generosity: harassment and food sharing in primates. Proceedings of the Royal Society of London B, pubblicato online, doi:10.1098/rspb.2003.2625 (2004)
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