Il Messaggero 21.1.04
Malati di mente, vittime i genitori
Gli psichiatri: i delitti in casa sono aumentati di 30 volte in dieci anni
di MARIA LOMBARDI
ROMA - Un male silenzioso che porta altro male, una sofferenza taciuta che tante volte diventa morte. Accade in famiglia, sempre più spesso, accade che un coltello o una pistola cancellino d’un tratto gli affetti più grandi. Negli ultimi dieci anni, i casi di figli che uccidono il padre o la madre sono aumentati del 3.000 per cento: trenta volte più numerosi. E quasi sempre si tratta di genitori doppiamente vittime, della violenza dei figli malati e dell’abbandono. «Il disagio psichico è la prima causa dei delitti in famiglia», avverte Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici. E non si tratta di raptus di follia. «Il raptus è un’invenzione - sostiene lo psichiatra - dietro ogni esplosione di violenza ci sono lunghissime catene di sofferenza che possono essere intercettate». Basterebbe che le famiglie fossero capaci di decifrare il disagio e aiutate a prendersi cura dei loro cari.
Sono 600mila le famiglie che vivono il dramma di un parente malato psichiatrico (se ne è parlato ieri a Roma a un convegno su ”La famiglia e il disagio psichico”). Quasi tutte se ne vergognano e vivono rintanate nelle case, a gestire in solitudine problemi così grandi. «Da un recente sondaggio Mens-Doxa - aggiunge lo psichiatra - emerge che il 70 per cento degli italiani se avesse un familiare malato non ne parlerebbe». Un grande aiuto potrebbe venire dalle associazioni di familiari, in Italia ne esistono una ventina.
Aumentano gli omicidi in famiglia e cresce il numero dei giovani con disagi. «In genere l’8 per cento dei ragazzini e degli adolescenti soffre di un disturbo mentale spesso non riconosciuto e non curato», spiega Dorina Bianchi, capogruppo Udc in commissione Affari sociali. «Intervenendo in tempo si potrebbero risolvere numerosi problemi». Come mai quest’aumento di disturbi della personalità tra i giovani? «Le cause possono essere diverse», sostiene Cantelmi. «L’instabilità dei legami affettivi nelle famiglie, l’assunzione sempre più diffusa di sostanze stupefacenti che fanno aumentare di 6 volte il rischio di disturbi psichici e comportamentali, l’irrompere della dimensione virtuale nella società. E’ come se questi ragazzi vivessero in un videogioco, incapaci di gestire relazioni autentiche».
Quella delle disturbi psichiatrici diventa sempre più un’emergenza. «Se non si interverrà, nel 2020 la depressione sarà la prima malattia in Europa e in Italia», ammonisce il sottosegretario alla Salute, Antonio Guidi. «Entro il mese di marzo - annuncia Maria Burani Procaccini, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia - arriverà in aula, alla Camera, il testo unificato sulla Salute mentale. Urge creare reti di soccorso intorno alle famiglie per cogliere i primi segni di disagio e non lasciare soli i familiari». E soprattutto bisogna far capire che il malato di mente «non è un alieno», avverte Guidi. Proprio per informare e aiutare le persone a vincere la vergogna è stato approvato l’altro giorno un ”Progetto obiettivo per la lotta contro lo stigma”: saranno spesi un milione e mezzo di euro per campagne informative.
Cozza: «Servono 8 mila operatori»
di M.Lo.
ROMA - «E’ vero, troppo spesso i familiari sono lasciati soli e non c’è un’adeguata assistenza. Ma non ci sono i mezzi per assicurarla», è il parere dello psichiatra Massimo Cozza, coordinatore della Consulta nazionale per la salute mentale. «In Italia, nei dipartimenti di salute mentale, non vengono garantiti i livelli essenziali di assitenza: mancano ottomila operatori, tra medici, infermieri, assistenti sociali e psicologi».
Attualmente, spiega Cozza, gli operatori sono 30mila. Troppo pochi. «Per aiutare le famiglie - continua lo psichiatra - servono medici, infermieri e psicologi. Chi può fare assistenza domiciliare se gli operatori non ci sono?». Ma il problema è anche culturale, nei confronti della malattia mentale sopravvivono ancora troppi pregiudizi. «Se nel condominio si pensa che il malato psichiatrico è pericoloso, la famiglia è condannata a vivere isolata e a soffrire ancora di più. Servono campagne per spiegare alle persone che non è vero che il malato di mente non può guarire ed è pericoloso».
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»