sabato 18 dicembre 2004

Hitler, prima...
si comincia non pagando le tasse...

Il Messaggero sabato 18 Dicembre 2004
Rivelazioni di un ex notaio tedesco e di una storica austriaca che hanno esaminato le dichiarazioni dei redditi
Hitler, dittatore ed evasore fiscale
Quando giunse al potere, si fece condonare i debiti. Pagava solo le tasse per i cani
di WALTER RAUHE

BERLINO – Di Adolf Hitler pensavamo di sapere già tutto, anzi fin troppo. Ad esempio che era un vegetariano e che amava cenare a base di pasta o tortellini. O che aveva un rapporto anomalo e conflittuale con le donne ma in cambio adorava fino allo spasimo i cani lupo. Che era un artista fallito respinto dall’Accademia delle belle arti di Vienna (non l’avessero mai fatto...) o che amava le opere di Wagner. Ma che il più grande tiranno e criminale della storia moderna fosse anche un banalissimo evasore fiscale, questo finora non lo aveva sospettato nessuno.
La nuova scoperta la dobbiamo a Klaus-Dieter Dubon, 71 anni ed ex notaio di Immenstadt nel sud della Germania, che assieme alla storica viennese Anna Maria Sigmund si è preso la briga di scartabellare negli archivi di stato di Monaco di Baviera alla ricerca delle dichiarazioni dei redditi del “Führer”. Con risultati a dir poco sorprendenti: il dittatore che esigeva dai tedeschi ogni tipo di sacrificio materiale e spirituale per la patria-nazione, non ha perso occasione per frodare il Fisco. Giá nel lontano 1921, quando divenne capo del neofondato partito nazionalsocialista (Nsdap), l’ufficio tributario di Monaco chiese all’allora nullatenente delucidazioni sull’acquisto di una lussuosa automobile marca “Selve”. Hitler si giustificò parlando di una donazione e assicurò di non disporre di proprie entrate. Il contenzioso con l’ufficio tributario si è poi protratto fino al 1933, quando i nazisti salirono al potere. Hitler nel frattempo aveva già scritto il suo trattato “Mein Kampf”, una sorta di bestseller con più di 280mila copie vendute e per il quale incassa fino al 1932 1,2 milioni di Marchi del Reich in diritti d’autore. Al fisco però ne dichiarerá solamente 11.231 (in una dichiarazione dei redditi del 1925) esigendo ugualmente la detrazione di spese vive come l’autista, la segretaria o le spese di viaggio. L’ufficio tributario di Monaco di Baviera crede ingenuamente alle dichiarazioni dell’aspirante dittatore e fissa come tassa la cifra irrisoria di 782,10 Marchi del Reich. Ma Hitler si rifiuta ugualmente di pagarli, conscio forse del fatto che di lì a pochi anni avrebbe conquistato il potere accumulando ben altri debiti e delitti.
«Fino al 1932 Hitler ha così accumulato debiti fiscali per ben 400mila Marchi del Reich», spiega Klaus-Dieter Dubon. «L’equivalente di ben sei milioni di Euro di oggi». L’intraprendente ex notaio in pensione e la storica viennese hanno scovato negli archivi di Monaco anche i documenti di “esonero” da tutti i debiti di Hitler nei confronti degli uffici tributari tedeschi emesso segretamente nel 1934 dal ministero delle Finanze del Reich e controfirmato dallo stesso “Führer”. Una sola imposta Adolf Hitler l’ha sempre pagata puntualmente: quella per i cani.