giovedì 23 dicembre 2004

natale: presepe e psicoanalisi

ricevuto da Paolo Izzo

Il Sole 24ore, su il Domenicale del 19.12.04

- VESPE -
"Papà, vai dallo strizzacammelli"

Si fa presto a dire presepe. Adesso lo psicoanalista junghiano Claudio Widmann ci spiega che quest'usanza risale alla «propensione umana a rappresentare in maniera plastica eventi archetipici», propensione che sarebbe «strutturale all'attività psichica stessa». La Natività, in sostanza, indica il punto di snodo dall'inconscio alla consapevolezza, «l'inizio del viaggio individuativo». Finalmente. In questi giorni di luminarie, era opportuno che qualcuno facesse luce sul nostro inconscio collettivo. D'ora in avanti le conversazioni domestiche, alla vigilia di Natale, funzioneranno grosso modo così: «Papà, hai preparato l'archetipo della capanna?». «Non ancora, non riesco a superare il carico emotivo, e mi manca l'immagine primordiale del muschio». «Il muschio? L'ho lasciato di sotto, nel mondo infero, insieme ai pastori e ai cammelli». «Mi turbano queste visioni oniriche». «Forse dovresti andare dallo strizzacammelli, pardon strizzacervelli». «Ma smettila di rompere gli archetipi, collegati con lastminute e vai a farti un viaggio individuativo». Sono finiti i tempi in cui genitori e figli mettevano giù le statuine una accanto all'altra senza tante storie. Tutto è diventato più complicato, non solo il Natale. Forse ha ragione Maria Laura Rodotà, che sul Weekend del Corriere ammonisce: «Ormai i bambini non fanno i compiti da soli, necessitano di uno staff». In pratica, il presepe dura tutto l'anno. La realtà è che, nella struttura archetipica del loro inconscio, i ragazzi di oggi non si identificano con Gesù, ma con l'asinello.