martedì 21 dicembre 2004

sinistra
Vittorio Foa

L'Unità 19.12.04
FOA: "IN PIAZZA PER LA DEMOCRAZIA"
«È in corso un attacco alla sostanza della nostra convivenza, la sinistra non può rimanere invisibile»
Luana Benini

Vittorio Foa era in Piazza San Giovanni 14 settembre del 2002. Berlusconi governava da un anno e mezzo. E fu una manifestazione grande "per la libertà e la giustizia". Con partiti, movimenti e sindacati. Dal palco Foa disse: "Io qui vedo il futuro". Fu l'inizio della risalita per il centrosinistra. Anche adesso, mentre la giustizia è sotto assedio, mentre leggi e regole vengono cancellate per favorire i potenti, bisogna tornare di nuovo in piazza? Di nuovo c'e bisogno di quella spinta dal basso che fa prendere coscienza? L'Unità ha fatto un appello a tornare in piazza affinché partiti, movimenti, sindacato ritrovino una spinta unitaria. Cosa ne pensa Vittorio Foa? Al telefono, la voce è ancora giovanile. Ultranovantenne, uno dei padri della Repubblica. Ha sempre detto che "l'antifascismo è un modo di vivere", "è l'ansia di intervenire contro l'ingiustizia, contro ogni minaccia di liberta", "e pluralismo politico e sociale, democrazia come partecipazione". Adesso è reduce da una operazione, non sta ancora bene. E' nella sua casa di pietra a Formia. Si è fatto leggere l'editoriale di Antonio Padellaro sull'Unità di ieri. "Sono d'accordo, certo, come si fa a non esserlo?". Stiamo vivendo una situazione pesante in Italia. Si puo restare a guardare? «lo vedo che ci sono molti veto. Anche io penso che bisogna scegliere un momento per farsi sentire più apertamente". Ma sì, "una manifestazione che ci faccia sentire di esistere". Sì che ce ne sarebbe bisogno. Perché è importante "sapere che esistiamo, che abbiamo una voce, quella voce che abbiamo fatto sentire altre volte nella storia". In piazza, però, questa volta lui non ci potrà essere, per ragioni di salute. "Ma sono con voi totalmente. Con l'animo". La passione politica è sempre la stessa. "Vi sono alcune cose che mi piacciono in questo appello. Primo: va al di là dei nomi e dei cognomi politici. Tocca tutti. Chiede a tutti di fare un esame di coscienza. E questo è molto importante. Vi sono momenti nella vita collettiva in cui bisogna riuscire a parlare molto al di là delle proprie convinzioni. Questo è uno di quei momenti". Perché? "Perché sentiamo che l'attacco in corso è alla sostanza della democrazia. La sostanza della democrazia vive nell'istituto di garanzia, cioe nella separazione dei poteri. Quando è minacciata la separazione dei poteri è minacciata la democrazia. E oggi la minaccia è visibile, determinata,sensibile". A Foa piace anche "la chiarezza dell appello" che "risponde a qualcosa che esiste già: vedo un malcontento crescente e anche la capacità di esprimerlo". In questi giorni si è verificato un fatto importante, "la presa di coscienza dell'istituto di garanzia". Il presidente della Repubblica ha sollevato "un problema di fondo sull'ordinamento giudiziario". "Quando penso alla decisione del presidente della Repubblica di rinviare alle Camere il provvedimento sull'ordinamento giudiziario non penso solo alla chiarezza estrema dei motivi indicati dal presidente, ma anche a un'altra cosa che attribuisce grande valore a quell'atto: la tempestività. Perché quell'atto è venuto immediatamente. Era molto atteso. Anche da quelli del governo che avevano compiuto una violazione dei principi costituzionali. Ebbene il rinvio di Ciampi ha testimoniato il valore emblematico degli istituti di garanzia". Ma, attenzione, "non c'è solo il governo e le sue malefatte", Guardiamoci intorno e teniamo conto anche dei segnali che si avvertono, di ciò che si è mosso nel centrosinistra. Certo, c'e "la grande alleanza che si è creata", ma c'e qualcosa che va anche oltre la vecchia tradizione maggioranza e minoranza". Spiega: "Mi riferisco a una visuale sociale. Penso ai partiti di centrosinistra, ai sindacati, al fatto che la loro pluralità e differenza è una grande forza, non un elemento di debolezza. Penso a una quantità di manifestazioni che oggi avvengono dappertutto: nel mondo dell'industria, degli affari, delle istituzioni". Per esempio, "sarebbe stato impensabile, qualche tempo, fa la richiesta unitaria delle regioni al presidente della Repubblica: tutte insieme hanno sollevato il problema della illegalità della legge finanziaria". Il centrosinistra dovrebbe far tesoro di queste spinte? "Secondo me sì. Ripeto, facendo chiarezza su un punto: la pluralità delle posizioni del centrosinistra, che si manifestano anche nella fatica dello stare insieme, non è una debolezza. Il fatto che il centrosinistra abbia posizioni diverse è la nostra forza. Proprio perché siamo diversi troviamo la ragione di stare uniti. E proprio da questa ragione dobbiamo trarre alcune conseguenze". Foa adesso parla lentamente. "Io sono molto vecchio. Può essere che l'età e le condizioni di salute influenzino il mio pensiero. Ho sempre pensato e lo penso tuttora che la forza politica non sta nell'impazienza. Sta nella continuità dell'impegno. Nella capacità di non perdere mai di vista ciò che sta succedendo. Nel tenere gli occhi aperti e saper rispondere a tutto ciò che accade".
Una giornata in piazza dunque? "Di giornate ce ne sono state tante. Non solo quel 14 settembre del 2002 che io ricordo come una grande giornata. C'e stato un periodo che ha preso il nome da Cofferati nel quale si è verificato un fenomeno curioso. Cofferati capi allora quello che molti di noi non avevano capito: che gli italiani volevano che si dicesse no con chiarezza. Avvenne. Ma nell'atto stesso in cui avvenne sentimmo che bisognava andare oltre. Non è vero che il sì non nasce dal no. Il sì nasce anche dal no. L'alleanza allargata a tutta l'opposizione è anche frutto di quel no. Ora bisogna che l'alleanza continui ogni giorno a produrre dei sì. E che ognuno dia quello che può dare. Io posso solo dire che con l'anima sono con voi".