martedì 21 dicembre 2004

una mostra a Bologna
l'anatomia nella storia e nell'arte: «rappresentare il corpo»

saluteuropa.it 21/12/2004
Rappresentare il corpo. Arte e anatomia da Leonardo all’Illuminismo: mostra a Bologna

Rappresentare il corpo. Arte e anatomia da Leonardo all'Illuminismo" è il titolo della mostra che si svolgerà a Palazzo Poggi, sede del Rettorato dell'Università di Bologna, fino al 20 marzo 2005. Questa mostra, oltre a presentare in via eccezionale 8 disegni anatomici di Leonardo da Vinci, non è solo un esposizione di opere d'arte volte ad illustrare i rapporti tra arte e scienza, ma vuole descrivere soprattutto la storia dell'anatomia in cui le ricerche dell'Università di Bologna dal XIV secolo fino al Settecento furono fondamentali e assolutamente innovative. Una su tutte la scoperta di Malpighi, fondatore dell'Istituto di Scienze, con sede a Palazzo Poggi a Bologna, che scoprì il sistema chiuso della circolazione del sangue.
Questa mostra è frutto di ricerche scientifiche accurate compiute da Professori dell'Università di Bologna. Un viaggio affascinante nelle rappresentazioni del corpo e nel lento disvelamento dei misteri del suo funzionamento. Oltre duecento reperti, tra dipinti, disegni, sculture, incisioni, libri e codici, illustreranno il rapporto di collaborazione che si instaurò tra arte e scienza nell’acquisizione, nella rappresentazione e nella divulgazione delle conoscenze anatomiche, dall’età di Mondino alla fine del Settecento. L’esposizione sarà un racconto appassionante delle tappe che hanno consentito la descrizione sempre più dettagliata e precisa di ciò che si cela all’interno del corpo. Prima che la fotografia e le successive tecniche radioscopiche riuscissero a fornire una precisa e “obiettiva” visualizzazione, l’arte si pose al servizio della scienza per garantire rappresentazioni sempre più veritiere dell’interno e dell’esterno del corpo umano.
La grande tradizione della scuola anatomica bolognese sarà il filo conduttore di un percorso espositivo che, tuttavia, non resterà chiuso entro i confini cittadini e italiani, ma confronterà ambiti geografici e culturali diversi; sottolineerà i momenti di passaggio significativi per la storia della scienza, dell’arte e della cultura.
Gli esordi. Strumento fondamentale per conoscere la composizione del corpo umano è la dissezione dei cadaveri. Per secoli oscurata, la pratica anatomica divenne a Bologna, circa settecento anni fa, prima che in ogni altro centro universitario europeo, materia di insegnamento. Fu Mondino de’ Liuzzi a redigere, anche sulla scorta della tradizione araba (il Canon medicinae di Avicenna in particolare) e di quella classica (Galeno), il manuale (l’Anothomia) che fissò le nuove regole del procedimento anatomico.
Leonardo e l'anatomia. Saranno esposti nella mostra otto disegni anatomici di Leonardo, provenienti dalla Royal Library di Windsor i quali, insieme all’unicità dei risultati artistici e alla novità dei criteri rappresentativi, evidenziano anche l’influenza che esercitava nel XV secolo la tradizione anatomica bolognese. L’opera di Leonardo e quella di pittori e scultori del Quattro e del Cinquecento esercitarono una forte e duratura influenza sulla rappresentazione artistica del corpo e sull’idea di proporzione.
Il corpo e la sua immagine. La tendenza a una più accurata e realistica rappresentazione grafica e pittorica della figura umana potè contare, nel XVI secolo, su un nuovo, potentissimo, strumento di diffusione: il libro a stampa. Il primo del genere, interamente dedicato all’anatomia e illustrato con criteri iconografici improntati al massimo possibile del rigore anatomico, venne pubblicato a Bologna nel 1521 e ne fu autore Iacopo Berengario da Carpi, professore nello Studio bolognese. Non è superfluo notare che si trattava proprio di un Commentario all’ormai classico manuale di anatomia di Mondino. Ma la novità, teorica, pratica e illustrativa fu rappresentata dalla pubblicazione, nel 1543, del De humani corporis Fabrica di Andrea Vesalio il quale poté giovarsi di illustrazioni eseguite nella bottega di Tiziano.
I Teatri per l'anatomia. Il Cinquecento è il secolo in cui l’anatomia diventa anche rappresentazione e spettacolo e i teatri anatomici – prima provvisori, poi stabili – i luoghi del disvelamento della struttura del corpo umano. La dissezione è, al tempo stesso, spettacolo pubblico, ritualizzazione del gesto scientifico e lezione universitaria. In breve tempo e sull’esempio di Padova, tutti i principali centri del sapere ivi compresa Bologna, si dotano di spazi appositi per l’esibizione dell’anatomia.
Anatomia comparata. Il criterio dell’osservazione diretta, della rappresentazione dei risultati di questa pratica affidata al disegno oltre che alla parola scritta, la teatralizzazione dell’esplorazione scientifica, dall’ambito dell’anatomia si estendono, nel volgere di pochi decenni, alle diverse branche dello studio della natura. Il Teatro di Natura di Ulisse Aldrovandi, nel quale reperti naturalistici e illustrazioni artistiche si integrano vicendevolmente, costituisce uno dei primi e più efficaci esempi di una collaborazione tra scienziati e disegnatori che abbraccia l’intero universo e non più soltanto il microcosmo umano. Negli stessi anni e nello stesso ambito culturale, la specializzazione degli studi anatomici dà origine, con Carlo Ruini, alla descrizione del corpo e delle funzioni di organismi animali.
L'anatomia degli artisti. Addestrati all’osservazione, gli artisti sono in grado di vedere con la stessa chiarezza degli anatomisti la forma delle ossa, dei muscoli e degli organi, ma in più sono capaci di rappresentarla. A documentarlo con straordinaria efficacia è la Lezione anatomica alla presenza degli artisti, già attribuita al pittore bolognese Bartolomeo Passarotti, ora giudicata opera di Federico Zuccari. Che l’anatomia fosse un grande avvenimento sociale, è documentato da numerose e signi?cative tele, dipinte soprattutto in ambito olandese e nord-europeo, tra Sei e Settecento, tra le quali il dipinto commissionato dalla gilda dei chirurghi di Amsterdam a Aert Pietersz nel 1601 e quello realizzato nel 1617 da Michial van der Meer per la corporazione chirurgica di Delft.
L'anatomia sacra. La rigida regolamentazione iconografica imposta dalla Controriforma, l’ingiunzione a privilegiare il verosimile rispetto al vero, la preferenza accordata a soggetti sacri anziché profani, orienta pittori e scultori del Seicento a trasferire sul corpo crocifisso (Annibale Carracci, Orazio Borgianni) o deposto di Cristo (Matteo Loves) le competenze acquisite nella rappresentazione anatomica. Intanto, parti anatomiche, teschi e ossa, ritornano nel genere della vanitas (Guido Cagnacci) e del memento mori (Ludovico Carracci).
La macchina del corpo e l'anatomia sublime. Accennata già nell’opera di Girolamo Fabrici d’Acquapendente, la macchina diventa con William Harvey, Cartesio, Alfonso Borelli, Giorgio Baglivi, il modello interprativo dell’anatomia. Con Marcello Malpighi, ritenuto il fondatore dell’anatomia microscopica, la disciplina compì un passo avanti di incalcolabile valore. Le parti più piccole del corpo umano, i tessuti degli organi vitali, divennero oggetto dell’analisi microscopica. Malpighi, come del resto un altro innovatore quale fu Giovan Battista Morgagni, continuarono ad avvalersi della collaborazione di illustratori nella realizzazione dei loro scritti.
La gipsoteca dell'Accademia Clementina e la collezione delle cere anatomiche dell'Istituto delle Scienze. Il percorso espositivo si conclude nelle stanze del Museo che ospitano le statue e i preparati anatomici in cera dell’Istituto delle Scienze. Fu sempre a Bologna che trovò la sua prima sistematica applicazione in campo anatomico la ceroplastica. Ercole Lelli, “direttore di figura” dell’Accademia Clementina dell’Istituto, fu l’iniziatore di un genere, insieme artistico e scienti?co, proseguito da Giovanni Manzolini, Anna Morandi, Clemente Susini. Destinati a un uso didattico, ma rivolti non agli scienziati, bensì agli artisti, i numerosi calchi di sculture classiche e rinascimentali che componevano la gipsoteca della stessa accademia Clementina e che intervengono anch’essi nel percorso espositivo.