martedì 1 febbraio 2005

la ricerca

Corriere della Sera 1.2.04
Annuncio del professor Vescovi
«Partirà entro un anno la sperimentazione su cellule d’origine fetale»
di Franca Porciani


Mentre a Pechino il neurochirurgo Huang Hongyun è travolto dalla richieste dei malati di Sclerosi laterale amiotrofica, (degenerazione progressiva dei nervi che comandano vari muscoli), in attesa del suo «miracoloso» intervento con cellule di feti abortiti - ma manca qualsiasi conferma scientifica - ieri a Roma Angelo Vescovi, Condirettore dell’Istituto per la ricerca sulle cellule staminali dell’Istituto San Raffaele di Milano, ha annunciato come prossima una "cura italiana" con cellule fetali. Più precisamente con cellule staminali neurali (progenitrici di quelle nervose) coltivate in laboratorio da quelle prelevate dieci anni fa a feti abortiti spontaneamente (in parte di provenienza canadese, in parte fornite dalla Clinica Mangiagalli di Milano dopo che il Comitato etico dette parere favorevole alla loro donazione all’Istituto Besta di Milano, dove, allora, lavorava Vescovi). La sperimentazione che coinvolgerà una ventina di malati in stadio avanzato, dovrebbe partire nel 2006 e costerà complessivamente 2 milioni e mezzo di euro. A coordinarla sarà il Constem, il Consorzio per la ricerca sulle cellule staminali nato nel maggio del 2003, che conta fra i suoi aderenti il Policlinico di Milano, l’Università di Bergamo e una serie di aziende private.
Si tratta, in pratica, di un trapianto, ma l’attenta selezione delle linee cellulari prodotte in laboratorio, dovrebbe, come ha annunciato Vescovi a margine del convegno sulla fecondazione assistita organizzato presso l’Accademia dei Lincei, ridurre notevolmente i fenomeni di rigetto e, di conseguenza, costringere ad una terapia immunosoppressiva più blanda.
La notizia ha lasciato sorpresi molti dei ricercatori italiani impegnati in questo settore. Giulio Cossu, Direttore dell’Istituto di ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele, commenta: «Non sono a conoscenza in modo dettagliato di questo progetto di sperimentazione che Vescovi realizzerà con il Constem; ritengo comunque che gli studi sull’animale siano stati così incoraggianti da far ipotizzare il passaggio all’uomo in tempi relativamente brevi».
Interventi con cellule fetali sono stati tentati negli anni scorsi in malati di Parkinson, ma dopo qualche evidenza positiva iniziale, la verifica su tempi più lunghi ha dimostrato che le cellule trapiantate sopravvivono nel cervello, ma nella maggior parte dei casi non riescono a dare un miglioramento significativo dei sintomi.
«Si stanno muovendo i primi passi - ammonisce Cossu - . È necessaria la massima prudenza: altrimenti rischiamo di creare false illusioni a malati gravi».