domenica 20 marzo 2005

la depressione di un bambino-prodigio

La Stampa 20 Marzo 2005
A TRE ANNI SUONAVA IL PIANO E A UNDICI AVEVA COMINCIATO L'UNIVERSITÀ
Si spara il piccolo genio americano, aveva 14 anni
La famiglia: ormai qui sulla terra la sua esperienza era finita, lo diceva sempre

NEW YORK. Quando aveva 18 mesi, Brandenn Bremmer sapeva già leggere. A tre anni suonava il piano, a 10 aveva preso la licenza liceale, a 11 aveva cominciato l'università, e a 14 si è ucciso con un colpo di pistola alla testa. Che cosa si è infranto nella mente di questo bambino prodigio? La corsa al successo sta spingendo i ragazzini americani sull'orlo di precipizi che portano solo alla depressione?
Brandenn era nato 14 anni fa a Venango, paesino del Nebraska con 175 anime, al confine col Colorado. Secondo la madre, Patti, a un anno e mezzo aveva imparato a leggere da solo. A tre anni si era seduto dietro il pianoforte, ispirato dalla musica di Yanni, e lunedì scorso aveva finito di incidere il suo secondo cd di musica new age. Quando gli avevano messo davanti un difficilissimo test per l'intelligenza si era annoiato a completarlo, perchè gli era costata pochissima fatica raggiungere il punteggio di 178. I geni, normalmente, arrivano solo a 130 in questo tipo di esame, facile capire le proporzioni delle doti di Bremmer.
Ai genitori era sembrato ovvio iscriverlo alle scuole superiori, che aveva completato a 10 anni nella University of Nebraska-Lincoln Independent Study High School. Quindi l'anno dopo era entrato all'università nella Colorado State di Fort Collins, poi si era trasferito in un college più vicino a casa. Il suo obiettivo era laurearsi in medicina, specializzandosi in anestesiologia entro i 21 anni. Nel frattempo era diventato una celebrità nazionale, pedinato dai giornali e dagli show televisivi. Martedì scorso sembrava contento, aveva finito il cd. I genitori erano andati al supermercato per fare la spesa, quando sono tornati lo hanno trovato morto.
Avevano diverse pistole, com’è normale fra la gente del West, il ragazzo si era sparato un colpo in testa. La madre, Patti, non si sente colpevole: «Ha scelto tutto da sè, non siamo noi che lo abbiamo spinto a leggere quando aveva 18 mesi, o suonare il piano e andare all'università. Semmai avevamo cercato di rallentarlo. Ma chi dice che era un disadattato si sbaglia: non aveva età, e poteva stare tanto con i bambini quanto con i novantenni».
La mamma è convinta che Brandenn si sia ucciso perchè aveva esaurito il suo viaggio sulla Terra: «Era una persona molto spirituale, deve essersi convinto che era arrivato il momento di passare ad altro. Aveva già espresso il desiderio di donare i suoi organi, quando sarebbe morto, e abbiamo concesso il cuore, il fegato e i reni». Patti, del resto, non lo aveva mai sentito completamente suo: «Quando nacque i medici non riuscivano a trovare il battito del suo polso. Forse il mio bambino era morto, e un angelo aveva preso il suo posto».
I genitori di Bremmer hanno creato un'associazione per aiutare i bambini prodigio, il National Gifted Children’s Fund, e continueranno a gestirlo. «Questi ragazzi - ha spiegato Patti - hanno bisogno di assistenza. Dobbiamo sostenerli perchè sono loro che daranno all'umanità le grandi conquiste, come la cura per il cancro o l'Aids». Ce ne sono parecchi, in America. Dai fenomeni dello sport, come i golfisti Tiger Woods e Michelle Wie, ai musicisti come Jay Greenberg, che passa per il nuovo Mozart.
Jay ha 12 anni, studia al prestigioso Conservatorio Juilliard di New York, ha già composto cinque sinfonie. Dice che si siede al computer e gli vengono da sole, come se fossero gia' scritte. Sono così buone da essere suonate in tutte le sale per concerti nazionali, l'ultima, «The Storm», gli è stata commissionata dalla New Haven Symphony del Connecticut. Greg Smith, invece, ha 15 anni e sta prendendo un dottorato in Matematica all’università della Virginia. Il suo piano è studiare fino a 34 anni, e poi candidarsi alla Casa Bianca.
Sono storie curiose, ma ci sono anche casi che fanno pensare. Come quello di Marla Olmstead, una bambina di 4 anni che dipinge tele alla Jackson Pollock, vendute per migliaia di dollari. La psicologa Ellen Winner ha accusato i genitori di aver forzato Marla a disegnare, e forse anche di aver manipolato i suoi quadri. Secondo la National Mental Health Association, ogni anno cinquemila ragazzi americani si tolgono la vita. E non tutti sono geni spremuti dai genitori.