La Stampa TuttoLibri 19.3.05
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È usito il DVD de "I sovversivi" (1967) dei fratelli Taviani
Quei sovversivi senza padre
Lietta Tornabuoni
LE definizioni politico - poliziesche sono sempre più bizzarre (Anarchici insurrezionalisti, Anarchici liberisti eccetera) ed è curioso ripensare all'uso del semplice termine «sovversivi» nel 1967. Però nel film di Paolo e Vittorio Taviani la parola viene adoperata come aggettivo: sono «sovversivi» non i militanti armati contro lo Stato, ma coloro che sovvertono la propria esistenza mutando lavoro, pensieri, modo di essere. Non è forse il film più bello e perfetto dei Taviani, ma è il più caldo e smarrito, il più umano, incerto: e ci sono cose molto interessanti. C'è il grande funerale popolare di Togliatti a Roma nell'agosto del 1964, filmato pure da Pasolini. C'è Lucio Dalla giovane, nella parte di un laureato in filosofia tentato dalla possibilità di decifrare la realtà che lo circonda attraverso la fotografia. C'è la moglie di un funzionario del partito comunista che s'innamora di un'amica. Ci sono l'aria di quel momento e le avvisaglie del futuro Sessantotto, c'è un'atmosfera di crisi ideologica, di asfissia morale e di mancanza di certezze segnata simbolicamente dalla morte del padre politico. Dissero i Taviani: «Nel momento in cui ci si libera del padre, si dà l'addio a qualcuno che si è amato oppure odiato, a contatto del quale ci siamo formati, che ci ha portato a essere quelli che siamo (magari in opposizione a lui). Tutto questo rappresenta anche la propria giovinezza ed è il primo incontro con la propria morte». Durante quel funerale a Roma, si intrecciano le vicende dei personaggi che, senza mai incontratrsi, vivono i sintomi di una medesima crisi.
I Taviani avevano allora trentacinque, trentasette anni. Avevano già realizzato molti documentari e due lungometraggi, Un uomo da bruciare e I fuorilegge del matrimonio. Non avevano ancora maturato quel loro grande stile capace della fusione tra realtà ed estetica, non avevano ancora affinato la sicurezza nella scelta e direzione degli attori. Eppure I sovversivi (accompagnato nel DVD da una intervista agli autori e da una loro biofilmografia, da una sintesi della critica all'epoca) è un'opera commovente e intelligente, lungimirante, molto bella.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»