martedì 24 maggio 2005

Desmond Morris e le donne

La Stampa 24 Maggio 2005
PROVOCAZIONI NEL NUOVO SAGGIO DI DESMOND MORRIS
È nata prima la donna o la seduzione?
Viaggio intorno al corpo femminile e ai suoi significati
simbolici. Una funzione solo ricevente? Le opinioni
di Dacia Maraini, Gianna Schelotto e Mauro Cosmai
di Michela Tamburrino

SEDUZIONE. E scoppia il putiferio. Il mondo, in tema, non si è pacificato ancora. Non si pacificherà. Da una parte la visione maschile; agli antipodi, la femminile. In mezzo un reticolato da caschi blu, volano strali intinti nel curaro, tornano a galla convinzioni maschiliste mai sopite e recrudescenze di un femminismo mai soddisfatto appieno.
E dire che tutte queste emozioni le scatena un tranquillo etologo, Desmond Morris, che già al suo attivo può vantare un altro caso di scientifico imbarazzo per l’essere umano nella sua completezza. Ne La scimmia nuda ci faceva tutti parenti strettissimi appunto del nerboruto mammifero, a solo un passo evolutivo di crescita da quell’animale increscioso, se considerato solo come termine di paragone. Oggi titilla la verve polemica dei lettori analizzando «L’animale donna»; s’incunea nel corpo femminile, ricco, ai suoi occhi, di curiosità e di rivelazioni insospettate. Il tour è fatto a tappe obbligate: dalla punta dei capelli al polo opposto dei piedi. Un trattato addolcito dal sense of humour tutto britannico che lo porta persino a convincersi che la sua tesi non è né ruffiana né maschilista, bensì imparziale secondo mandato della scienza.
La tesi dello zoologo invece prende parte: dopo aver raccontato delle tette dalla donna dell’età della pietra al chirurgo plastico, ne deduce che lei è concepita anatomicamente per sedurre, volenti o nolenti le rispettive affittuarie, un inghippo ai danni del maschio ben orchestrato da madre natura.
Apriti cielo davanti alla lesa maestà del femminile autodeterminante. Dacia Maraini non si stupisce più di tanto. «Morris è un uomo. Vero è invece il contrario, vale a dire che l’accoppiamento avviene tra due persone e che non c’è una predominanza dell’uno sull’altra. Giusto, in natura tutto è predisposto per la riproduzione ma noi abbiamo creato la cultura, altrimenti che l’avremmo fatta a fare? Ci vogliamo distinguere dagli animali, loro non conoscono la democrazia e noi sì. Culturalmente, appunto c’è un incontro tra due esseri e una scelta reciproca, altrimenti dovremmo parlare di stupro. La seduttività femminile è attiva ma visto che ancestralmente è stata giudicata peccaminosa, allora la donna ha represso i suoi istinti per senso di colpa. Invece la seduzione alberga nell’insieme della personalità: carattere, voce, intenti, spirito, allegria e ovviamente anche il corpo». In perfetta sintonia d’intenti la psicoanalista Gianna Schelotto: «Prima viene la natura poi la cultura. È possibile che il corpo, biologicamente precostituito per varie funzioni, sia stato determinato alla procreazione. Nel frattempo però sono intervenuti cambiamenti culturali. L’uomo è cacciatore, ma non significa che questo condanni la donna a essere preda. La seduzione è un elemento praticato dalla femmina adeguandolo al tempo che passa. E non penso che sia in antitesi con il femminismo. Si è seduttivi non solo a scopi erotici; lo si è per piacere agli altri».
Faccenda sempre più intricata, perché oggi non c’è più una netta divisione in termini di seduttività e non si capisce più a chi è deputata la scelta dell’altro. È più seducente la Venere di Milo o il Bronzo di Riace? E se il corpo femminile è fatto solo per sedurre, dopo una certa età a che serve più una donna? E le differentemente abili sono inutili alla società? Attenzione, così si rischia pericolosamente di precipitare nel baratro della teoria che vuole la selezione della razza perfetta. Invece la donna determina la propria richiesta d’attenzione, tant’è che ci sono brutte che si fanno appetibili e belle che tendono a scomparire, altrimenti arriveremmo a considerare lei alla stregua di una bambola gonfiabile. Ai nostri tempi poi, il linguaggio del corpo ha lasciato spazio a quello che prescinde dalla presenza; si seduce via e-mail o per sms.
Dopo tanto discettare al femminile, finalmente l’uomo, che sposa la tesi di Morris. È Mauro Cosmai, psicoanalista, sessuologo, docente di psicologia presso la facoltà di medicina dell’Università La Sapienza di Roma: «È vero. il corpo della donna è fatto per sedurre. Antropologicamente è lei che riceve e dunque deve attrarre l’altro corpo. Come in natura, attirare per ricevere il suo seme e perpetuare la specie. Allora il corpo della donna è chiamato a rappresentare l’ideale di bellezza mentre l’uomo al massimo può essere armonioso, equilibrato. Nella preistoria la femmina era biologicamente più forte, attrezzata com’era al parto. Poi, in una più proficua divisione dei compiti, a lei toccò di accudire i figli e difendere l’abitazione. Antropomorficamente il corpo femminile pone quesiti e se rivediamo in modo drastico e apocalittico il cambiamento dei ruoli, ci accorgiamo che in termini di seduzione lui non ha più niente da invidiare a lei; l’uomo si agghinda, si maschera, denuncia nei messaggi non troppo subliminali le sue intenzioni in un universo seduttivo senza più frontiere. A differenza di Morris, ritengo che la donna non resti mai passiva: una volta presa atto del ministero, sfrutta quello che si trova ad avere, oggi come ieri, dai sumeri all’era della Tv. Il concetto di Morris quando passa dalla passività fisica alla volontà femminile d’attrarre l’uomo, vale in certi contesti, in altri no. A mio avviso bisogna farne un discorso ambientale e non culturale». È nato prima l’uovo o la gallina? La donna o l’idea di seduzione? Morris ci illuminerà a forza di best sellers.