mercoledì 6 luglio 2005

sinistra
Bertinotti verso le primarie

Repubblica 6.7.05
IL PERSONAGGIO - I TESTIMONIAL
Il voto agli immigrati è una delle prime regole che il segretario di Rifondazione tenta di imporre per le primarie. Il clou della campagna il 24 settembre
Bertinotti alla battaglia della leadership
Obiettivo 20 per cento. "Voglio la par condicio tv con Romano"
Una campagna dal basso, slegata dalle discussioni sul programma di governo
Ma l'8 e il 9 ottobre, quando si voterà, sarà a Atene per il congresso della Sinistra europea
GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA - Quindicimila persone al Palalottomatica di Roma. L'appuntamento è per sabato 24 settembre. Sarà il momento-clou della campagna di Fausto Bertinotti per le primarie del centrosinistra. Il segretario di Rifondazione ha preso sul serio la sfida per la leadership. Obiettivo ufficiale: battere Romano Prodi. Obiettivo reale: quota 20 per cento. Si sta già lavorando al secondo traguardo. Bertinotti fu il primo a rispondere all´appello del Professore, molti mesi fa, oggi è il primo a partire per una consultazione ancora una volta messa in discussione. Al Palalottomatica verranno riuniti i comitati Bertinotti, che si stanno costituendo in questi giorni. Da lì partirà la volata finale verso la data dell'8 e 9 ottobre, quando il popolo dell´Unione andrà alle urne per scegliere il suo premier.
C'è solo una pecca nella macchina organizzativa di Bertinotti. Il leader se n'è accorto troppo tardi, quando il vertice del 20 giugno era appena finito e tutti i leader stavano già tornando a casa. L'8 e il 9 ottobre lui non ci sarà, è chiamato a presiedere i lavori del primo congresso della Sinistra europea che si celebra ad Atene. Quando Prodi ha proposto la data, Bertinotti ha dimenticato la coincidenza e non se l´è sentita di rimettere tutto in ballo per colpa di una distrazione.
Poco male, i giochi si faranno prima di quel week-end di ottobre. E si comincia subito. Il 15 luglio a Roma si riuniscono gli aderenti italiani, a titolo individuale, al partito della Sinistra europea. All'ordine del giorno la Costituzione della Ue, ma i dirigenti di Rifondazione chiederanno anche un impegno per la candidatura di Bertinotti a giuristi, scienziati (il fisico Marcello Cini), attori come Paolo Rossi e Ricky Tognazzi, registi come Wilma Labate e Citto Maselli. Rifondazione vuole che la corsa di Bertinotti sia sganciata dai simboli e dai luoghi del partito. I comitati dovranno essere aperti a quel mondo già vicino alle battaglie di Prc: pacifista, no global, ambientalista, anti-liberista ed europeista di sinistra. Ci sarà una campagna di affissioni in cui verrà valorizzato il logo dell'Unione accanto alla scritta «Bertinotti premier» e al richiamo a una serie di punti programmatici. «Allusione programmatiche» le chiamano alla sede di Rifondazione. Perché Bertinotti vuole dividere la fase delle primarie da quelle della costruzione del programma. Per non arrivare indebolito al tavolo del progetto. Dicono anche che Fausto rifiuti la logica delle «primarie all'americana, quindi eviterà la personalizzazione». In realtà, la competizione dovrà avere per forza una carattere personale e Bertinotti si prepara a porre delle condizioni anche in questa chiave nel vertice di lunedì con il Professore, dove si stabiliranno le regole. Prima condizione: par condicio televisiva. Se Ballarò o Porta a porta invitano il candidato Prodi dovranno invitare anche il leader di Prc e gli altri candidati. Seconda condizione: il voto agli immigrati. Prc chiede un gesto simbolico che prepari uno dei punti programmatici dell'Unione: il diritto di cittadinanza per gli extracomunitari.
L'esecutivo di Rifondazione si è riunito la scorsa settimana per discutere della campagna per le primarie. Una nuova riunione è prevista entro luglio, quando ci sarà il regolamento definitivo. Sul modello pugliese, che ha dato un insperato successo a Vendola, Bertinotti pensa a un battage a tutto campo: spot sulle radio locali, pagine pubblicitarie sui giornali regionali. Per il momento viene escluso l'acquisto di spazi sui giornali nazionali. L'obiettivo è sensibilizzare il territorio, per «una candidatura dal basso», per «attivare la partecipazione». In parole povere, Bertinotti punta a fare il pieno lì dove il voto dei partiti della Federazione e dei Ds in particolare è meno blindato (Emilia, Toscana, Umbria...).
Oggi la candidatura di Bertinotti appare meno dirompente di qualche mese fa (e non a caso i Ds non sono più spaventati come prima). Ci sono tempi più stretti, la data delle elezioni è più vicina e sarà inevitabile una polarizzazione del voto su Prodi. Ma partire in anticipo può dare qualche vantaggio. Già oggi su Liberazione viene pubblicato un editoriale del capogruppo alla Camera Franco Giordano che lancia «comitati unitari per la candidatura dell'alternativa» (in opposizione alla lista Arcobaleno voluta da Pdci e Verdi) e un appello ai Ds (al correntone in primis) perché votino Bertinotti in nome dell'identità di sinistra.