mercoledì 6 luglio 2005

tendenze

Corriere della Sera 6.7.05
Il 46 per cento dei bambini d’Oltralpe è concepito da coppie di fatto, nel 2004 sono stati 350 mila. La madre protagonista della legge
Francia, un figlio su due nasce senza matrimonio. Nuove regole
Nel codice sarà cancellata la norma del 1804 che distingue i naturali dai legittimi. In Italia la differenza esiste ancora

ROMA - Sotto la Tour Eiffel, maman e papa non sono sposati per quasi un bambino su due. In Francia, il 46 per cento delle nascite nel 2004, 350 mila bambini, sono figli naturali. Ancora per poco, però. I due termini, figlio naturale e figlio legittimo, retaggio del codice napoleonico del 1804, saranno cancellati dal codice civile dopo che lo scorso lunedì il ministro della Giustizia francese, Pascal Clement, ha presentato un decreto apposito. Sarà la madre ad indicare la nascita sia se è sposata sia se convive. Ma i padri non sposati dovranno ancora riconoscere il bambino. E in Italia? Una volta si chiamavano figli illegittimi. E l’aggettivo diceva tutto. Dalla riforma del 1974 sono figli naturali ma pur sempre distinti da quelli legittimi. Le leggi sono cambiate, con gli anni le discriminazioni si sono attenuate e in alcuni casi quasi annullate. Eppure la differenza resta, se mamma e papà non sono sposati, rispetto ai fratellastri legittimi sei figlio al 90 per cento. La cosa non riguarda un bambino su due, siamo lontani dalle percentuali francesi. Nel 2003, ultimo dato disponibile, l’Istat ha registrato 542.629 nuovi nati, dei quali 74.592 «naturali». Un 13,74 per cento che non è molto ma non è neppure tanto poco. Anche perché la tendenza è in crescita: nel ’99 i figli naturali erano 48.118, nel 2002 65.753.
«Sarebbe davvero ora di seguire l’esempio francese», s’infervora una esperta della questione, la presidente dell’Associazione avvocati per la famiglia, Marina Marino che nella sua quotidiana attività, gli ostacoli alla vera uguaglianza tra i figli li tocca con mano. Lo scorso 22 giugno è stata sentita in commissione Giustizia alla Camera su un argomento che in questi giorni domina il dibattito politico, i cosiddetti Pacs, i patti di solidarietà. In quella occasione la Marino tornò sull’«assoluta necessità di far cadere gli aggettivi, perché già lì esiste la discriminazione». E non è vero, sottolinea adesso, nonostante l’opinione comune, che la riforma del ’74 ha cancellato ogni differenza. Qualche esempio concreto? «Un figlio naturale pur avendo diritto all’eredità come i fratelli legittimi, può essere da questi liquidato in denaro, nel caso esista una proprietà immobiliare, perché la vecchia idea è che il bene della famiglia deve restare nella famiglia. Ma è solo un esempio. Ci sono differenze in tema di riconoscimento di paternità, in tema di separazione».
«Ha ragione l’avvocato - sottoscrive Livia Turco, Ds -. La proposta di legge a firma mia e della Mussolini, che faceva cadere le discriminazioni sulle convivenze di fatto, anche riguardo ai figli, si è arenata e invece era un’ottima legge. Bisognerà fare qualcosa per cancellare anche gli aggettivi». «Niente affatto. - replica a distanza Maria Burani Procaccini, Forza Italia -. Mi sembra che da più parti si voglia aggredire la famiglia. Io voglio mantenere la distinzione per preservare il principio. Ma poi nei fatti farei il possibile per tutelare tutti i figli, loro sono incolpevoli».