sabato 27 marzo 2004

il film di Marco Bellocchio di nuovo a Londra

Liberazione 27.3.04
Nella capitale britannica l'11° Festival dedicato alla cinematografia del belpaese
Pellicole "made in Italy" a Londra
di Guy Fawkes


Londranostro servizio. Serata di gala ieri sera a Londra dove nella prestigiosa sede del British Academy of Film and Television Arts di Piccadilly si è svolto il lancio del 11° Festival del Film Italiano nel Regno Unito. Ospite d'onore, l'attrice Sandra Ceccarelli, che interpretava Rita nel film di Cristina Comencini "Il giorno più bello della mia vita". Quest'ultimo - insieme agli ultimi lavori di Marco Bellocchio, Matteo Garrone, Aurelio Grimaldi, Ferzan Ozpetek, Daniele Luchetti, Dario Argento, Gabriele Salvatores, Marco Tullio Giordana e Roberto Benigni - saranno in programmazione nelle sale londinesi e britanniche dal 16 aprile al 10 maggio. La manifestazione, che negli ultimi quattro anni ha acquistato un ruolo determinante per far conoscere il nuovo cinema italiano in Gran Bretagna, vanta tra i suoi principali promotori il direttore dell'Istituto di Cultura di Londra, Mario Fortunato e l'Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo. «Il cinema italiano ha bisogno di supporto perché il mercato cinematografico nel Regno Unito è schiacciato dal prodotto made in Usa e dà poco spazio alla produzione europea. Solo con il supporto adeguato è possibile farlo apprezzare all'estero» dice Fortunato. Il direttore dell'Istituto di Cultura sostiene che gli inglesi hanno una fruizione "strabica" del cinema made in Italy. Da una parte c'è un nobile passato - vedi Fellini, Visconti, Pasolini - dall'altro un recente fatto solo da pochi acuti. I film italiani sono più che altro visti da un'elite che li apprezza molto. «Quando sono arrivato a Londra nel 2000 il cinema italiano era sparito. In questi ultimi quattro anni - ha proseguito Fortunato - ho affiancato al festival delle retrospettive importanti che ripescassero un maestro conosciuto ma magari poco visto come Totò o Germi. Questo per consolidare l'immagine forte che gli inglesi hanno del passato e contemporaneamente per dare credibilità ai nuovi artisti meno conosciuti». Fortunato, tuttavia, ha parole di rammarico per il debole sostegno all'estero che l'Italia offre alla propria produzione. «Lo stato - ha concluso Fortunato - dovrebbe aiutare, ma ho l'impressione che lo faccia poco e male. Francia e Germania hanno delle agenzie nazionali per la difesa e la distribuzione dei loro film. Fino a poco tempo fa esisteva Italia Cinema, ma al momento sembra essere missing in action. Si può e si deve fare di più. Queste agenzie sono utilissime come punti di riferimento e di collegamento per i distributori all'estero. Se Italia Cinema fosse stata chiusa sarebbe uno sbaglio».