mercoledì 8 dicembre 2004

sinistra
Pietro Ingrao

il Tempo 8.12.04
Ingrao: «Anche il Pci pagava i suoi uomini»
Il leader storico della sinistra operaia bacchetta Prodi: «Non accetto il termine mercenari»
L'ex presidente della Camera attacca anche l’Ulivo: «Macchè regime: il fascismo non consentiva neanche l’opposizione»
di LUIGI FRASCA
anche il Corriere della Sera, più in breve, pubblica la medesima dichiarazione
«NON accetto il termine "mercenari". Mercenario è chi fa una cosa solo per soldi. Che siano professionisti o volontari, entrambi agiscono per convinzione. Non ci trovo nulla di male se un partito paga i propri militanti. Il Pci pagava molti dei suoi giovani sostenitori, anche se la maggior parte di loro agiva da volontario». Per Romano Prodi arriva anche la scomunica di un grande vecchio della sinistra italia, Pietro Ingrao. L’ex leader dell’ala operaista del Pci si concede anche una battuta scherzosa contro il Professore: «Io non sono rientrato nella schiera dei mercenari perché sono diventato deputato parlamentare molto presto, nel ’48. Venivo remunerato dignitosamente anche se una bella fetta se la prendeva il partito».
L’ex presidente della Camera [...] ha preso di mira anche altre dichiarazioni fatte da esponenti del centrosinistra: «Quello di Berlusconi è un regime? Esiterei sulla parola regime. Ho vissuto sotto il fascismo, l’ho conosciuto ed era un’organizzazione più complicata. Se regime vuol dire che ci non ci sono forze che si oppongono, allora non è vero che oggi in Italia esista un regime. Il vantaggio di Silvio Berlusconi sono i suoi soldi. Ma questo lui non lo nasconde». Per Ingrao la discriminante che può ricondurre il dialogo tra i poli a una dimensione di convivenza civile è un’altra: «Il confronto è l’unico metodo che consente la legittimazione tra gli avversari. Per me è meglio un giovane di An o di Forza Italia, di chi non va a votare, o lo fa solo sulla base dell’ultima parola che ha sentito. Preferisco il dibattito, anche acceso, di chi ha idee diverse dalle mie, al silenzio che è la cosa peggiore. Io preferire che Berlusconi, però, dimostrasse il suo rispetto per l’avversario, accettando subito il confronto politico con Romano Prodi».
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