mercoledì 8 dicembre 2004

week end
«i gelidi inverni di Ludovico Ariosto»

La Stampa Tuttolibri 4.12.04
CASTELNUOVO DI GARFAGNANA TRA MEMORIA E BELLEZZA
I gelidi inverni di Ludovico Ariosto
di Enzo Gaiotto

AI nostri giorni è facile raggiungere Castelnuovo di Garfagnana: il suo cuore è la Rocca più volte passata di mano tra Lucca, lo Stato Pontificio e gli Estensi, dopo cruente battaglie ed estenuanti assedi. Sfogliando gli annali il personaggio più famoso che visse a Castelnuovo è Ludovico Ariosto. Un salto a ritroso nel tempo ci porta al febbraio del 1522, quando l'insigne letterato giunse suo malgrado a Castelnuovo, nominato Commissario della Garfagnana da Alfonso Duca I d'Este. L'inverno innevato e gelido rendeva inospitale quel posto sperduto tra i monti, pieno di insidie e pericoli, tanto che il poeta, prima di congedarsi da Ferrara, stese addirittura il testamento. Il Duca prese la decisione di inviare l'Ariosto in Garfagnana nel tentativo di riassestare le sue condizioni economiche, gravate da notevoli spese per la seconda ristampa dell' Orlando Furioso. Ulteriori studi formularono anche l'ipotesi che il soggiorno garfagnino «facesse assegnamento sul prestigio personale di quell'uomo grande, sulla fama di lui, ormai indiscutibilmente affermata».
La nostalgia di Ferrara intristiva Ludovico Ariosto: a Castelnuovo mancavano la vita e gli agi della corte, ma era soprattutto amareggiato dal rimpianto di non aver accanto a sé la bella Alessandra Benucci, vedova del mercante fiorentino Tito Strozzi, con la quale il poeta aveva una relazione, che regolarizzerà qualche anno dopo con un matrimonio segreto, dettato da motivi economici e di tutela legale dei figli.
L'incarico estense, anche se tra infinite difficoltà, fu assolto dall'Ariosto nel migliore dei modi: le sue capacità diplomatiche, acquisite in precedenti incarichi di ambasciatore, lo portarono ad amministrare il territorio con determinazione e spiccato senso di giustizia. Al termine del primo anno di governo l'Ariosto scrisse alcune polemiche terzine che evidenziavano la gravosità del proprio lavoro:
«O stiami in Rocca o voglia all'aria uscire
accuse e liti sempre e gridi ascolto,
furti, omicidi, odi, vendette ed ire;
sì che or con chiaro or con turbato volto
convien che alcuno prieghi, alcun minacci,
altri condanni, altri ne mandi assolto…».
Dalla minuscola finestra del suo modesto alloggio nel torrione della Rocca, il poeta scorgeva il lento scorrere delle stagioni. Le nevicate invernali acuivano il disagio e lo facevano sentire segregato, lontano dal suo ideale di trovarsi altrove, in quiete, fantasticando e componendo versi. Oppresso dalle difficoltà del suo incarico, si lamentava col Duca per l'esiguo numero di balestrieri e di armati indispensabili a mantenere l'ordine pubblico ed a far rispettare la legge.
«Le donne, i cavalieri, l'arme, gli amori
le cortesie, l'audaci imprese io canto…»
diventavano versi lontani, scritti in giorni felici e pieni di quell'ingegno creativo che ora sembrava perduto per il continuo assillo nello svolgere il proprio dovere.
Nel gennaio del 1525, ultimo anno di permanenza in Garfagnana, l'Ariosto vide sfilare davanti la Rocca, provenienti da nord e diretti a Napoli, seimila soldati francesi a cavallo, comandati dal Duca d'Albania, Giovanni Stuart, generale di Francesco I, Re di Francia. Le truppe di passaggio depredavano le case e i campi dei garfagnini che avevano la sfortuna di trovarsi lungo il cammino delle milizie. Il Commissario Ludovico Ariosto venne incontro ai malcapitati annullando le loro gabelle ed inveendo contro i francesi. Il poeta fece ritorno a Ferrara nel giugno dello stesso anno, atteso dalla sua amata Alessandra, con la quale non convisse mai, anche se dal loro amore nacque un figlio, Virginio.
Oggi a Castelnuovo di Garfagnana il ricordo del loro personaggio più illustre è sempre vivo, alimentato da continue iniziative che ne rievocano la figura e le gesta. Per i turisti una visita alla Rocca, un giro nelle strade e piazze della cittadina è un'escursione piacevole per fare shopping e, all'ora giusta, gustare i piatti della cucina locale nelle accoglienti e convenienti trattorie e ristoranti. Per un eventuale soggiorno sono molto confortevoli gli alberghi e gli agriturismi della zona.
Numerose sono le specialità tipiche della Garfagnana: la farina di castagne, i saporitissimi formaggi pecorini e vaccini, i superbi insaccati lavorati a mano, tra cui il celebre "biroldo", l'insuperabile farro e il granturco ad otto file, (che qui chiamano "Formenton") dai chicchi rotondi e molto grossi, insuperabile per ottime polente. Informazioni presso la Pro Loco di Castelnuovo, tel. 0583-641007.