martedì 12 aprile 2005

Albert Einstein in Italia

La Stampa TsT 6 Aprile 2005
Quando il giovane Albert passeggiava per Pavia
LE RADICI ITALIANE DEL GRANDE FISICO IN UNA SERIE DI INCONTRI E DI MOSTRE. UNA MOSTRA AL CNR DI BOLOGNA
Marco Cagnotti

EINSTEIN, certo, era tedesco. Ma visse per molti anni negli Stati Uniti. E la piccola Svizzera ne rivendica la nazionalità, poiché aveva anche il passaporto elvetico e pubblicò le proprie ricerche più rivoluzionarie nel 1905 mentre lavorava a Berna. Tutto sembra, Einstein, fuorché italiano. Errore: un profondo legame affettivo e culturale lo legava all’Italia. Legame che si era creato negli anni dell'adolescenza, durante le vacanze estive che a partire dal 1895 il giovane Albert trascorreva a Pavia, dove il padre possedeva una fabbrica di apparecchi elettromeccanici vicino al Naviglio. A Pavia Einstein forse ha scritto il suo primo saggio scientifico: "Intorno allo stato delle ricerche sull'etere nei campi magnetici". Ecco perché Pavia ha organizzato, in occasione dell'Anno Mondiale della Fisica proclamato dall'Unesco, un congresso internazionale, il primo e più importante incontro in Italia sulla teoria della relatività, dal titolo "Spacetime in Action: 100 years of Relativity" (29 marzo-2 aprile).
Sono stati cinque giorni di intensi nell'Aula del '400 dell'Università, con i più bei nomi della ricerca in fisica della gravitazione. I seminari hanno spaziato dalla cosmologia alla teoria delle stringhe, dalle onde gravitazionali ai buchi neri: tutto lo spettro delle ricerche figlie della relatività e dei tentativi di conciliarla con l'altra grande teoria fisica del XX secolo, la meccanica quantistica. E poi la parte divulgativa e storica, con tre conferenze rivolte al grande pubblico. Inoltre la figura di Einstein è stata discussa in tutti i suoi aspetti (scientifico, culturale, religioso e politico) anche in un ciclo di conferenze organizzato dal Collegio Borromeo che si concluderà alla fine di aprile.
Gli organizzatori hanno poi voluto mescolare la conoscenza scientifica con l'arte. Ecco allora la personale "Cosmology and the art of intuition" (aperta al Collegio Cairoli fino al 20 aprile dalle 17 alle 19,30, tranne i festivi) di Jean-Pierre Luminet, cosmologo-pittore del CNRS francese; e la mostra "Art and Geometry" dello scultore pavese Carlo Mo, che ha dedicato la sua ultima opera prima della morte, "L'ultimo racconto", proprio agli scienziati riuniti a Pavia. Ed ecco il francobollo per celebrare l'Anno Mondiale della Fisica, disegnato dal relativista Mauro Carfora, uno degli organizzatori del convegno, e presentato dall'Ente Poste Italiane il 29 marzo.
Non è tutto, a Pavia in dodici mesi molte manifestazioni possono ancora trovare spazio. Una mostra organizzata dal Dipartimento di Fisica "A. Volta" con il Max Planck Institut di Berlino e al Deutsches Museum di Monaco, dal titolo "Einstein ingegnere dell'universo", aprirà il 12 maggio nella capitale tedesca e si trasferirà poi a Pavia il 25 ottobre.
Anche Bologna, per iniziativa dell’Area di Ricerca del Cnr (via Gobetti 101), con la mostra «Emmeciquadro», conferenze, incontri per le scuole e per gli insegnanti, celebra il centenario dei tre fondamentali lavori di Einstein del 1905 e l’«Anno mondiale della Fisica». Si inizia domenica 10 aprile alle 15,30 con una conversazione di Piero Bianucci dal titolo «Il nostro Einstein quotidiano» e si chiude domenica 17 con una conferenza di Enrico Bellone, direttore del mensile «Le Scienze», su «Einstein scienziato e filosofo».

Info: 051-639.8093 e nel sito www.bo.cnr.it/settimana2005