Gazzetta del Sud 12.4.05
A lanciare l'allarme è il presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia
Ottocentomila ragazzi depressi in Italia
Loredana Genovese
ROMA – Ci sono almeno ottocentomila ragazzi depressi in Italia, ma è un numero in difetto: una situazione che impone l'attivazione di una rete complessiva che riguardi le strutture sociali e la scuola e che intervenga con un approccio multidisciplinare. Lo afferma il presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia, Maria Burani Procaccini. Per Burani, «il dato delle statistiche, nella forbice fra i 15 e i 25 anni, comprende anche disturbi d'ansia e comportamentali, sintomi prodromici di patologie di personalità – sempre più diffuse – e, in misura minore, anche soggetti a rischio psicosi». La parlamentare evidenzia come «siano compresenti , come comordbidità, disturbi di dipendenza da alcool o droga» e sottolinea l'esempio positivo e modello di riferimento dell'esperienza dell'Ospedale Niguarda, «che attraverso i suoi servizi ha monitorato i soggetti a rischio per due anni, riuscendo a prevenire la conclamazione di patologie devastanti». I disturbi che crescono fra i giovani, ha poi aggiunto Burani, sono soprattutto quelli di personalità: il disturbo borderline e quello narcisistico più di tutti. «La sintomatologia complessa di questi disturbi – ha detto ancora la presidente della Commissione bicamerale – e la scarsa compliance di chi ne soffre, paventano quadri marcati che spesso favoriscono l'uso di sostanze». Burani ricorda come «sia necessario saldare il rapporto fra scuola e istituzioni mediche: spesso sintomi anche considerevoli vengono sottaciuti o scambiati per crisi passeggere». I pediatri, ovviamente, sono in prima linea per riconoscere la depressione fra i bambini e gli adolescenti ma lo devono essere anche i genitori. Tocca a loro infatti, spiega la Società italiana di pediatria (Sip), aprire bene gli occhi e cogliere i primi segni. Ma come fare a distinguere nell'adolescente la depressione vera da uno stato d'animo semplicemente malinconico o triste? Il campanello d'allarme, secondo la Società italiana di psichiatria (Sopsi), deve suonare, quando il ragazzo interrompe all'improvviso i suoi comportamenti normali: se a un certo punto il suo rendimento scolastico crolla, si allontana dagli amici, si chiude sempre più in se stesso e mostra disinteresse per ciò che prima lo appassionava. Tutti sintomi che devono spingere i genitori a preoccuparsi. Altro segnale è il perdurare di questi comportamenti. Per aiutare i genitori a capire questi segnali la società italiana di pediatri, ha annunciato il suo presidente Giuseppe Saggese, sta mettendo a punto una campagna informativa. È raro, infatti, sostiene Saggese, che un adolescente ammetta, anche con se stesso, di essere depresso. E così genitori e insegnanti non devono commettere l'errore di trascurare o minimizzare atteggiamenti dei loro figli o dei loro alunni che evidenzino cambiamenti repentini e apparentemente non giustificati non solo di umore, ma anche di abitudini, comportamenti, amicizie.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
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