martedì 12 aprile 2005

Pietro Ingrao a Lenola

Latina Oggi 10.4.05
Due ore a lezione con Pietro Ingrao e gli alunni del “da Vinci”
La storia spiegata ai bambini
“Spero che cresciate con la libertà della discussione”
Licia Pastore


LENOLA - «NON sottovalutiamo i sogni, perché in essi gli uomini possono sentirsi liberi», il volto di Pietro Ingrao accanto a Carmelo Palella, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo «da Vinci» non nasconde l’emozione. I bambini delle classi quinte hanno composto delle riflessioni e hanno anche deciso di festeggiare a scuola il 90esimo compleanno di Ingrao, arrivato in paese con la figlia Chiara e la sorella Giulia. «Sembra tranquillo - dice il dirigente scolastico - cammina piano, ma pensa a ritmi incredibili». I bambini applaudono. È proprio lui, Ingrao, a rompere il ghiaccio. Nella sala c’è attenzione e riverenza. «Allora... sò che volete farmi tante domande - dice - io cercherò di rispondere senza fare errori, ma prima vorrei fare io qualche domanda. I maestri sono buoni? Vi danno da fare tanti compiti?» Basta questo, l’atmosfera si fa diversa e i bambini sorridono. Si parte da «Le condizioni sociali ed economiche di Lenola dal 1920 al 1930». I bambini insieme alle insegnanti hanno studiato durante la settimana le attività economiche del paese. «Ma io voglio capire come la pensate - aggiunge Ingrao - e che effetto vi fa questo vecchione». Sul portone di casa Ingrao c’è una spada e una croce, simbolo di chi combatteva per l’unità d’Italia. I bambini conoscono bene la storia della famiglia e fanno tantissime domande sulla condizione dei contadini e sull’infanzia di Ingrao. Lungo la strada che porta verso la casa dove è nato Pietro, ci sono cinque pini. Fu il padre a decidere di piantarne uno ad ogni nascita di figlio. E Pietro Ingrao non delude i bambini. Soddisfa ogni curiosità raccontando le condizioni di vita dei poveri contadini e il peso delle differenze sociali. «Fin da piccolo cercai di capire le ragioni di quelle differenze - dice - gli uomini nascono tutti uguali. E poi?» Le parole vanno veloci e due ore di lezione sembrano poche. «Spero che possiate crescere con la libertà della discussione». Ingrao parla di quell’idea che va oltre la politica, quell’idea di umano, quell’«indicibile che c’è dentro ogni uomo».
«Ho avuto una vita presa dalla politica e dall’attività razionale e collettiva per cambiare l’esistente intorno a me e questo mi ha preso moltissimo. Tuttavia io ho delle passioni e delle esperienze non definite, non chiare che alludono ad emozioni imprecisate, indefinite. So che questo mio lato oscuro non può dirsi nelle parole di ogni giorno e di uso pratico, ma allude ad altro che forse solo la musica può esprimere. È dunque un incerto e un fluttuante che non si può dire in prosa e con linguaggio comune». Intorno è tutto un applauso, un coro «Pietro....Pietro».