mercoledì 6 aprile 2005

parlamento europeo e staminali embrionali

Tempo Medico on line 6.4.05
Ricerca in pericolo al parlamento europeo
di Donatella Poretti - Tempo Medico n. 791

All'interno di una risoluzione recentemente adottata si chiede di non utilizzare i fondi per la ricerca sulle staminali embrionali
L'ultimo atto di una lunga vicenda che vede il Parlamento europeo alle prese con la ricerca scientifica e con le staminali risale al 10 marzo.
Arriva al voto una risoluzione comune sul commercio di ovociti umani. Nel testo iniziale si rammenta che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione "sancisce il divieto di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali una fonte di lucro", e si ricorda alla Commissione la direttiva 2004/23/CE che prescrive che gli stati membri si adoperino per garantire donazioni volontarie e gratuite di tessuti e cellule. Lo spunto era offerto da alcune notizie di cronaca sul commercio di ovociti dalla clinica rumena Global Arts verso la Gran Bretagna.
La risoluzione viene adottata, ma la notizia è un'altra: l'aggiunta di un emendamento in cui si chiede alla Commissione di non finanziare con fondi comunitari la ricerca sulle cellule staminali embrionali e di concentrare il denaro su quelle somatiche e del cordone ombelicale.
"Questo voto minaccia la ricerca europea sulle cellule staminali" è il durissimo commento dell'europarlamentare liberale belga Frédérique Ries. "Sotto il pretesto di lottare contro lo sfruttamento delle donne e per l'inalienabilità del corpo umano, il testo mira a tutt'altro obiettivo: proibire direttamente o indirettamente la ricerca sulle cellule staminali embrionali e la clonazione terapeutica. E' un segnale disastroso inviato alle coppie in attesa di una donazione, ma anche alle centinaia di migliaia di pazienti in Europa che puntano sulla ricerca le loro speranze di guarigione dal diabete, dal morbo di Parkinson o di Alzheimer".