mercoledì 6 aprile 2005

un'immagine invisibile

una segnalazione di Paola Franz

Le Scienze 1.4.05
La consapevolezza della percezione visiva
I segnali di un'immagine "invisibile" viaggiano almeno fino al lobo occipitale


La nostra consapevolezza è puntellata dall'attività cerebrale, ma nel cervello accade molto di più di quello di cui possiamo essere coscienti. Di quali aspetti dell'attività cerebrale siamo davvero ed effettivamente consapevoli? In un articolo pubblicato sulla rivista "Current Biology", i ricercatori Colin Clifford e Justin Harris dell'Università di Sydney hanno determinato quanto i segnali visivi provenienti dai nostri occhi riescano a penetrare nella rete di elaborazione del cervello senza essere registrati consciamente. Gli scienziati hanno scoperto che i segnali visivi possono in effetti sfuggire al radar della consapevolezza molto più a lungo di quanto altri studiosi avevano ipotizzato in passato. La visione comincia con la formazione di un'imagine sul retro dell'occhio, un evento che a sua volta stimola una cascata di impulsi nervosi che invia segnali fino al cervello. È nella corteccia visiva cerebrale che questi segnali vengono interpretati. Nel loro studio, Clifford e Harris hanno esaminato l'influenza di un'immagine "invisibile" sulla visione consapevole - in questo caso, un'immagine che era stata mascherata sperimentalmente e che poteva essere percepita dal cervello ma non rivelata consciamente. I ricercatori hanno scoperto che questa immagine invisibile ricevuta in un occhio può influenzare l'apparenza di un'immagine nell'altro occhio, dimostrando così che i segnali provenienti dall'immagine invisibile devono viaggiare nel cervello almeno fino al punto dove i segnali dei due occhi si combinano. Per raggiungere questo punto, i segnali di ciascun occhio devono essere ritrasmessi tramite il mesencefalo al lobo occipitale sul retro della testa. Anche se è noto da tempo che il lobo occipitale è specializzato nell'elaborazione visiva, molti scienziati ritengono che si tratti anche della sede della consapevolezza visiva. I risultati dello studio sembrano respingere questa ipotesi, suggerendo invece che l'attività nel lobo occipitale possa verificarsi anche in assenza di percezione visiva conscia.

Colin W.G. Clifford, Justin A. Harris, "Contextual Modulation outside of Awareness". Current Biology, Volume 15, No. 6, pp. 574-578 (29 marzo 2005).
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