una segnalazione di Andrea Ventura
L'Unità 8.2.05
Cacciari: Conclave con Wojtyla vivo? È impensabile
Il filosofo Massimo Cacciari:
«Ma da diverso tempo le condizioni
di governo del Papa sono impossibili
In questa situazione, poi... »
VENEZIA Dimissioni del Papa? No, non ci crede molto, Massimo Cacciari. Pensa ad un «dopo» imminente e necessario, ad una Chiesa che possa tornare a riflettere, interrogarsi, dialogare. Non però attraverso questa strada: semplicemente perché gli sembra molto difficile nei fatti.
Oggi il termine «dimissioni» si è affacciato per la prima volta.
«E fare un conclave con il Papa ancora vivo? Soprattutto con "questo" Papa ancora vivo? Sarebbe dura. Durissima».
Però, se fosse lui stesso a dimettersi…
«Come potrebbe un successore prendere il suo posto: subentrare ad un uomo ancora vivo, e dall'immagine straordinaria? Wojtyla è un'icona così forte... No, non credo che ci saranno dimissioni. È improbabile».
Ma «può» dimettersi un Papa?
«Come no. Come qualsiasi vescovo».
Anche se è il vicario di Cristo in terra?
«Se Dio gli dice: "Vai a casa"... ».
Un Papa nelle condizioni di salute di Karol Woytjla è in grado di governare la Chiesa?
«No. Da parecchio tempo la possibilità di un governo del Papa su infinite questioni non è pensabile. Da molti anni il Papa è una drammatica icona che attira, ma... ».
Da quanti anni?
«Una decina, almeno. Tutte le questioni attinenti la vita della Chiesa sono decise da un collegio curiale, da una sorta di ministri interni. È una situazione di sofferenza denunciata da infinite parti, nella Chiesa: la collegialità, il ruolo dei vescovi, sono fieramente limitati dalla forza della curia romana. Una struttura piramidale ha assunto il controllo della Curia. È stato facile, proprio perché aveva una grande immagine al vertice».
Che problemi lascia, Woytjla?
«È un Papa di prospettive universali; ma gli sta scappando l'Europa. Cose terribili, impensabili, accadono nella "sua" Polonia, in Spagna, in Italia non parliamone... Lui ha dato una forte impronta universale. La Chiesa, dopo lo stress imposto, ha bisogno di un momento di ri-flessione interna, soprattutto in Italia, in Europa, nella sua culla. Basta pensare ai temi della re-evangelizzazione europea... Ed ai problemi dell'ecumenismo, posti ma non risolti, anzi, nemmeno lavorati ancora con precisione: questo afflato ecumenico del papa ha prodotto poco. C'è una serie pazzesca di problemi. L'impronta di Woytjla è stata esplosiva, non implosiva».
Comunque il bivio fondamentale è...
«Questa scelta: riflessione europea o spinta universalistica?»
Dalla quale ovviamente dipenderà il futuro Papa. Chi potrebbe essere il successore di Giovanni Paolo II?
«Ma non lo so! Se investono sulla linea di Woytjla sarà asiatico, o sudamericano. Se privilegiano la riflessione, sarà probabilmente italiano. Dipenderà dallo Spirito Santo».
Lei ci crede allo Spirito Santo?
«Che razza di hegeliano sarei, se non credessi nello spirito? Sono domande da fare?».
Che Papa le piacerebbe?
«Un buon europeo, capace di affrontare con aria nuova le questioni etica, scientifica, sessuale... Che trovi un linguaggio in grado di interfacciarsi con la cultura laica... Un Papa di riflessione, ma intelligente e innovativa».
Un Papa un po' meno Papa?
«Nooo! Io non gli dico: cerca di non essere Papa, mettiti d'accordo con Pannella. Penso ad un Papa che non cede sulle questioni di principio, ma sa declinarle in modo dialogabile con l'etica laica, superando il gap di comunicazione».
Woytjla che cos'è, o che cosa è stato?
«L'uomo che per un verso o per l'altro, nel bene e nel male, ha improntato della sua figura la fine del secolo breve delle guerre civili, la fine del secondo Titano emerso dopo la seconda guerra mondiale, e l'inizio del nuovo millennio. Le sue crociate hanno segnato la fine del secolo. Oggi le sue domande, le sue angosce, sono le stesse nostre: è possibile un secolo di pace, di giustizia?».
E all’interno della Chiesa?
«Ha portato ad un accentramento di funzioni romane che ha seriamente represso l'afflato conciliare. È "prepotente" rispetto ad ogni autonomia. Quando si afferma una figura egemonica, è naturale che ne soffra la creatività diffusa. Alla lunga, è un pericolo. I poteri carismatici hanno questa doppiezza: ti conducono verso un obiettivo, ma al prezzo di ridurre la partecipazione, o di trasformarla in partecipazione di massa, come è stato in questi anni, deprimendone l'autonomia, la creatività».
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»