martedì 8 febbraio 2005

sinistra
il partito riformista?
e Bertinotti a Radio Radicale

Gazzetta del Sud 8.2.05
crescono le diffidenze dei diessini sull'opportunità delle primarie
Il leader comunista non è sicuro di ciò che avverrà, nonostante gli entusiasmi al congresso della Quercia
Bertinotti scettico sul partito riformista
di Paolo Mori

ROMA – «Non sono così sicuro che il partito riformista si farà». Così Fausto Bertinotti, leader del Prc, sull'ipotesi di un partito unico riformista nel centrosinistra. «Chissà, vedremo se alla fine si farà», ha detto Bertinotti, intervenendo alla trasmissione «l'Utopista»di Radio24-Il Sole 24 Ore». «Intanto», ha aggiunto il segretario di Rifondazione, «sarei molto interessato a sapere cos'è oggi il riformismo» anche perchè – ha concluso – in questo l'onere della prova tocca ai riformisti». Nonostante i grandi successi esibiti nel congresso della Quercia, restano, dunque le spine. E da parte sua «Aprile», quotidiano telematico «della sinistra della Gad» commenta il congresso dei Ds sostenendo che l'operazione di lancio del partito riformista è riuscita e ora la «sinistra critica» deve decidere che fare. L'editoriale di oggi, a firma di Aldo Garzia, sostiene che «dopo mesi di dibattito in cui la maggioranza dei Ds non voleva ammettere che il vero centro delle assise sarebbe stato la prospettiva del partito riformista, ecco che prima sotto le sembianze della libertà di sognare (D'Alema) e poi con le approssimazioni assai concrete di un grande progetto ideale e di ristrutturazione del sistema politico italiano (Veltroni) le conclusioni del congresso sono andate ben oltre la stessa relazione di Fassino». Ora che «la linea è tracciata», per Aprile, il correntone Ds «deve scegliere se accettare o meno la prospettiva che è stata delineata». Per questo si pone «un problema grande come l'Everest al resto della sinistra», perché «l'attuale spezzettamento tra Pdci, Rifondazione, Verdi e singole sigle di movimento appare un residuo di epoche passate al confronto del messaggio lanciato dal congresso dei Ds». E resta aperto anche il problema delle primarie che volute da Prodi erano diventate il vano di democraticità della Gad. «La stragrande maggioranza del partito non è convinta della necessità di fare le primarie. Anche perché le vere primarie saranno le elezioni regionali». Così il capogruppo dei Ds al Senato Gavino Angius, ribadisce i dubbi del principale partito di opposizione sull'ipotesi di una conta interna al centrosinistra per scegliere il candidato per le elezioni politiche 2006. Anche Achille Occhetto sottolinea «che le primarie si devono tenere «ma non adesso: non avrebbero senso e darebbero via ad una falsa conta delle forze in campo. Sono invece favorevole alle primarie nei collegi per le Regioni». «Il metodo delle primarie genera confusione e delegittima la giusta funzione dei partiti politici», dice da parte sua il capogruppo dei Comunisti italiani alla Camera, Pino Sgobio.

Paolo Izzo segnala che un resoconto dell'intervento di Fausto Bertinotti a Radio Radicale - a proposito dell'ospitalità della Gad ai radicali, un'informazione data ieri - si può leggere sull'Agenzia Radicale.
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Agi.it 8.2.05
PRC: VERSO CONGRESSO, 60% SEZIONI - BERTINOTTI SUPERA IL 58%


(AGI) - Roma, 8 feb. - Congressi di circolo oltre il 60% in vista delle assise del Prc, che si terranno al Lido di Venezia nella prima settimana di marzo.
Il dato più significativo, con il rafforzarsi della maggioranza per il segretario, Fausto Bertinotti, è la massiccia partecipazione dei militanti, che raggiunge un sorprendente 56,2%.
La mozione di Bertinotti, che prevede l'ingresso del Prc al governo in caso di vittoria elettorale della Gad, raggiunge il 58,2% dei consensi. Il risultato dà a Bertinotti la possibilità di guidare il partito con una maggioranza autosufficiente e stabile.
La principale componente di opposizione a Bertinotti, la neoleninista area dell'Ernesto, supera con sicurezza quota 25% e si attesta al 26,4%. Il leader della componente Claudio Grassi conferma con forza, dopo i "tentennamenti" della Fed sull'Iraq, la necessità di "patti chiari" prima di dire sì alla Gad sull'eventuale partecipazione comunista al governo.
Tra le tre mozioni della sinistra trotzkista, decisamente ostili all'ipotesi governativa con i moderati della Gad, si conferma il buon risultato di Area Erre, del capogruppo al Senato, Gigi Malabarba, che con il 7,1% dei voti supera la tradizionale opposizione nel Prc, Progetto comunista di Marco Ferrando, ferma al 6,5%. Fanalino di coda la mozione di Falce e martello con l'1,8%. (AGI) -
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