mercoledì 12 gennaio 2005

Predator, e il nome è tutto un programma...
ma non s'era detto che non s'era in guerra?

Reuters
Tue January 11, 2005 4:16 PM GMT
Aviazione italiana prima forza europea con aerei senza pilota


MILANO (Reuters) - L'Aeronautica militare italiana è la prima forza militare europea a disporre di Predator, aerei Uav (uncomanned aerial vehicle) senza pilota, conosciuti anche come "droni".
È quanto ha annunciato in una nota il ministero della Difesa, precisando che gli apparecchi sono entrati in servizio presso il 28° Gruppo Velivoli Teleguidati del 32° Stormo di Amendola e sono operativi già dallo scorso mese di dicembre.
La Difesa, spiega la nota, li ha acquistati dalla statunitense General Atomic Aeronautical Systems per l'attività di sorveglianza e ricognizione.
Il Predator, che dà il nome al programma interforze gestito dall'Aeronautica Militare, è impiegato dal ricostituito 28° Gruppo Velivoli Teleguidati, che prende i simboli e lo stemma dell'omonimo Gruppo, soprannominato "Le Streghe", disciolto alcuni anni fa nell'ambito della ristrutturazione della Forza Armata.
Alla fine di dicembre, con l'entrata in linea, il velivolo a controllo remoto è stato ufficialmente presentato alle alte autorità delle Forze Armate cha hanno assistito ad un volo sulla base aerea di Amendola, in Puglia. L'Aeronautica Militare Italiana, afferma la nota, attribuisce grande importanza alla nuova componente teleguidata, soprattutto per le capacità operative dirette alla sorveglianza del territorio e dei confini nazionali.
Primo importante banco di prova a livello operativo per la nuova componente aerea, da questo mese, l'invio in Iraq dove il contingente italiano è impegnato nell'operazione Antica Babilonia.
"L'attività di monitoraggio della provincia irachena sotto il controllo italiano, che l'arrivo dei Predator potrà sensibilmente potenziare, assume ancora maggiore rilevanza alla luce delle prossime elezioni governative di fine gennaio in Iraq", dice ancora la Difesa. Il programma Predator, partito nel 2001, prevede una componente velivoli, una stazione di controllo a terra, l'assistenza tecnica iniziale ed i corsi di addestramento basico per il personale navigante, gli operatori di sistema ed i tecnici della manutenzione. Nello scorso anno, infatti, personale militare ha preso parte ad un programma di addestramento specifico negli Stati Uniti, ricorda ancora la Difesa, precisando che l'entrata in servizio nel nostro Paese di aeromobili a pilotaggio remoto ha messo in luce l'esigenza di una nuova normativa per l'utilizzo di questo tipo di velivoli.