mercoledì 12 gennaio 2005

sinistra
Bertinotti e Prodi verso le primarie

Repubblica 12.1.05
L'INTERVISTA
Il presidente dell'assemblea della Margherita annuncia un faccia a faccia tra Prodi e il leader del Prc

"E nel 2006 Romano correrà da solo, non serve il ticket"
la diritta via Il 20 dicembre avevamo preso atto che non ci sarebbe stata la lista unitaria alle regionali. L'albero non dava più frutti. La diritta via era smarrita. Dietro le belle parole, tutti videro le divergenze primarie e unità Le primarie nella nostra coalizione avranno forte carattere programmatico. Chi perde cederà il passo alle priorità dell'altro. E chi vince porterà avanti le istanze del rivale battuto: come negli Stati Uniti
ROMA -
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Eccoci alle primarie. Mi sta dicendo che serviranno a legittimare Prodi. Ma ha senso una competizione tra due candidati se già si conosce il risultato finale?
«Le primarie servono ad allargare la partecipazione dei cittadini. A rendere trasparenti le scelte e dare forza alle decisioni della politica. Perciò dovranno avere un forte carattere programmatico, legato alle proposte delle persone in lizza. È facile immaginare che Prodi, Bertinotti per limitarci alle candidature finora annunciate saranno portatori di priorità diverse».
Assisteremo a faccia a faccia pubblici tra i candidati?
«Mi sembra inevitabile. Si confronteranno davanti ai nostri elettori. Poi ci saranno le urne».
E Bertinotti accetterà passivamente la sconfitta?
«Innanzitutto saranno gli elettori a decidere della vittoria e poi perché parlare di sconfitta? Chi perde nelle primarie cede il passo alle priorità dell'altro. E in nome di una idea condivisa del paese e del bipolarismo resta coerentemente nell'alleanza. E aggiungo che come accade negli Stati Uniti chi vince deve tener conto delle istanze portate avanti dai concorrenti. E qui rientra in gioco la politica vera, la capacità di indicare la strada ma allo stesso tempo di fare sintesi. Un lavoro complesso che finisce con la definizione del programma di tutta la coalizione su cui chiederemo il mandato di governare».
Negli Stati Uniti il vincitore sceglie anche il suo vice tra gli sconfitti alle primarie. Prodi farà anche questa volta il ticket?
«Gli Stati Uniti e l'esperienza del '96 sono contesti diversi. Negli Usa c'è un sistema presidenziale profondamente differente. E in Italia, nel '96, la coalizione era segnata ancora da una logica partitica. Vogliamo fare ora un passo avanti: la coalizione riconosce come fondamento della sua unità il programma segnato dalle priorità che gli elettori indicheranno come qualificanti. Se un ticket deve esserci, sarà quello tra il candidato prescelto e il programma della coalizione. Leader unitario e programma unitario».
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