Repubblica Edizione di Roma 12.2.05
Giordano Bruno una cancellata lo proteggerà
ALESSANDRA PAOLINI
Soddisfatti loro, «in totale disaccordo con il provvedimento approvato», Giuseppe Lobefaro, presidente del I Municipio (ieri assente alla votazione) che fa sapere: «Prendo atto della decisione, ma ricordo che il ministero dei Beni culturali ha manifestato la volontà di inserire campo de' Fiori tra le piazze tutelate. Alla stregua di piazza Navona e piazza di Spagna. Di conseguenza, qualsiasi decisione dovrà essere presa in accordo con le sovrintendenze statali, alle quali chiediamo di esprimere un parere». Lobefaro, dunque prende tempo e aggiunge: «Recintare la statua di Giordano Bruno non rappresenta una soluzione contro il degrado di Campo de' Fiori. La vera vergogna di Campo de' Fiori sono le occupazioni abusive dei tavolini dei locali».
La recinzione della statua in bronzo al centro piazza - proprio lì dove il frate domenichino da Nola venne condotto con la lingua in "giova" (cioè imbavagliato da una mordacchia) e bruciato vivo perché giudicato eretico - è da tempo al centro di polemiche. E divide: favorevoli i commercianti, contrari i turisti, combattuti gli abitanti.
In realtà, il bronzo, opera ottocentesca di Ettore Ferrari fino a sessanta anni fa , o poco più, era recintato. E sin dall'inizio provocò liti. Nel 1889, il Comune, come atto riparatore, fece erigere la statua al posto della fontana costruita nel 1580 da Gregorio XV. Ai bancarellieri del mercato, la sostituzione non andò giù. Così, l'amministrazione dell'epoca fu costretta a difendere il"filosofo", ancora una volta oggetto di violenza. Così, fu cinto da una cancellata. Cancellata che Benito Mussolini tolse per recuperare il ferro e andare in guerra. Da allora, per il frate bronzeo - simbolo del pensiero laico, studiato e ammirato in tutto il mondo - non c'è stata più nessuna gabbia. Da ieri, si vedrà.
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